Rifiuti, caso proroghe. Ora la Regione accelera: «Pronti a commissariare»

Rifiuti, caso proroghe. Ora la Regione accelera: «Pronti a commissariare»
di Paola ANCORA
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Lunedì 23 Gennaio 2017, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 17:49
Gare mai fatte e servizi affidati a colpi di ordinanze o di provvedimenti firmati dai dirigenti comunali. Indaga la Finanza, approfondirà tutto la prefettura insieme all’Anticorruzione di Raffaele Cantone e si muove anche la Regione: tre diversi livelli di disamina per una questione che attiene alla corretta gestione della cosa pubblica, alla prevenzione della corruttela e all’impermeabilità delle amministrazioni alle infiltrazioni criminali.
Partiamo dalla fine: nei prossimi giorni l’Agenzia per i rifiuti presieduta da Gianfranco Grandaliano presenterà al Dipartimento regionale una relazione sugli Aro, cioè gli Ambiti di Raccolta ottimali, che riuniscono gruppi di Comuni e che avrebbero dovuto bandire le gare d’appalto per i servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti, di fatto unificandoli e consentendo ai municipi di risparmiare. Questa l’idea iniziale della Regione che, però, è sempre rimasta sulla carta, almeno nel Salento, dove circa il 63% dei Comuni ha continuato per anni ad affidare i servizi direttamente e in proroga sempre alle stesse ditte e gli Aro non si sono mai mossi. Almeno fino a ora e con rare eccezioni.
«Alla Regione - spiega Grandaliano - spetta l’intervento sugli Aro per la mancata indizione delle gare. Trasmetterò al Dipartimento la mia relazione affinché possa valutare la possibilità di commissariare quelli ancora inadempienti. Altra storia - evidenzia - è quella che attiene ai Comuni che ricorrono alle proroghe». Perché se la Regione di Michele Emiliano, per legge, può esercitare il potere sostitutivo su un Ambito di raccolta che non ha avviato le procedure di gara per unificare i servizi, ai Comuni spettava comunque l’obbligo di esperire le cosiddette “gare ponte”.
 
Le amministrazioni avrebbero dovuto insomma pubblicare un avviso, raccogliere le offerte delle diverse imprese e, fra queste, scegliere la migliore affidandole i servizi per un periodo limitato, fino all’espletamento della gara unica da parte degli Aro. [/FIRMA]Peccato, però, che - sebbene moltissimi Comuni abbiano proceduto in proroga anche a partire dal 1997, dal 2001 o dal 2007 - dal 2012 al 2016 proprio la legge regionale abbia impedito alle Giunte comunali di bandire nuove gare, in attesa che venisse avviato il sistema degli Aro.
Un cortocircuito politico e burocratico - censurato dall’Anac, che ha bacchettato Comuni e Regione - che non ha fatto altro che aggravare sensibilmente la situazione già difficile nella quale si trova il Salento dei rifiuti e cristallizzare tutto al 2012. «Il ricorso massiccio alle proroghe - conclude Grandaliano - è stato censurato tanto dal ministero che dall’Anac, ma a noi oggi compete soltanto accelerare le pratiche per il gestore unico».
Saranno invece la Guardia di finanza e la prefettura ad occuparsi dei contratti in proroga. Le fiamme gialle hanno acquisito nei giorni scorsi l’elenco richiesto proprio dal prefetto Claudio Palomba all’allora Oga (organo che ha sostituito il vecchio Ato, Ambito territoriale ottimale, ndr) e contenente tutti i dati relativi ai contratti in proroga nei 97 Comuni della provincia.
Da quel report - sul quale indaga la Finanza - partirà anche l’analisi che il prefetto Claudio Palomba porterà avanti nei prossimi mesi insieme agli uffici dell’Anticorruzione, con l’obiettivo di “bonificare” e riportare ordine in un comparto pieno di ombre, di «gravi anomalie» per dirla con il presidente Anac Raffaele Cantone e finito a più riprese e per motivi diversi all’attenzione delle Procure di Lecce e di Bari e della Corte dei Conti.
Alcuni dati (aggiornati al novembre 2016, ndr): per Novoli, Parabita, Presicce e Ruffano i provvedimenti di proroga sono partiti nel 2015 e per Tricase nel 2013. Per un altro folto gruppo di Comuni il servizio è garantito dalla stessa imprese, in regime di proroga, dal 2012: parliamo di Taurisano, Taviano, Tiggiano, Patù, Alessano, Morciano, Gagliano del Capo e Corsano. O ancora da prima, cioè dal 2011, come è accaduto ad Acquarica del Capo, Guagnano, Lequile, Leverano, Sogliano Cavour, Monteroni e Melendugno. O, ancora, dal 2010: è il caso di San Cesario. L’intera area del Sud Salento è in proroga, almeno per ciò che riguarda i rifiuti. E un blocco di undici Comuni (Castrì dell’Aro 2; Veglie dell’Aro 3; Galatone, Neviano, Sannicola, Seclì e Tuglie dell’Aro 6; Salve dell’Aro 8; Montesano dell’Aro 9; Ugento dell’Aro 10 e Melissano dell’Aro 11), pari all’11,34% del totale, non ha fornito i dati richiesti.
 
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