Renzi: «Andiamo avanti, meno No Tap e più alta velocità»

Renzi: «Andiamo avanti, meno No Tap e più alta velocità»
di Oronzo MARTUCCI
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Sabato 23 Settembre 2017, 11:59

Matteo Renzi c’è, con la grinta di sempre, forse con un po’ di aggressività in meno come conseguenza della sconfitta referendaria. E ieri ha incontrato il popolo del Pd e i simpatizzanti del sud della Puglia a Martina Franca, Ostuni e Lecce raccontando se stesso, le sue sconfitte, ma anche i suoi successi e ciò che spera di poter fare in futuro per l’Italia. L’occasione, ma solo l’occasione, è stata la presentazione del suo libro dal titolo “Avanti. Perché l’Italia non si ferma”, edito da Feltrinelli, che il segretario del Pd ha utilizzato per girare il Paese e raccontare delle nuove prospettive sulle quali si deve lavorare per costruire il futuro, “stando in mezzo alle persone”. Non parla di alleanze, pochissimo di legge elettorale, di accordi o intese, se non per dire che “la politica non è urlo né insulto”, che “il confronto politico non è inciucio come pensano e sostengono in tanti” e che il Pd “deve occupare lo spazio della ragionevolezza”, visto che “gli altri spazi sono occupati da Matteo Salvini e dal Movimento 5 Stelle”. Di Salvini ha ricordato il suo essersi sentito a casa in Corea del Nord. “Se così è allora è il caso di aiutarlo a casa sua”, ha detto.
Ecco gli obiettivi su cui andare “Avanti” con il Pd, perché “non è finita qui”: Garantire “massimo sostegno” al governo Gentiloni; “promuovere le idee anche se circondati da polemiche per arrivare a risolvere le questioni concrete”; dare forza al sistema agroalimentare che ha “un mercato potenziale di 90 miliardi di euro”; puntare sull’innovazione e sull’industria 4.0; avere fiducia nei giovani, rivendicando a pieno titolo l’introduzione del jobs act “che ha portato dal febbraio 2014 a oggi 918 mila posti di lavoro”. Qualcuno nel Chiostro di San Francesco a Ostuni gli ha fatto notare con forza che i lavoratori hanno perso l’articolo 18 e che lui, Renzi, non è proprio di sinistra. Il leader del Pd è andato avanti e ha rivendicato con orgoglio i risultati ottenuti. Così come ha rivendicato con orgoglio gli 80 euro concessi in busta paga ai lavoratori con basso reddito e i tagli di Imu e Tasi sulla prima casa. E ancora la legge sul “dopo di noi” e sulle unioni civili. “La verità è che abbiamo abbassato le tasse ma non siamo stati capaci di spiegarlo. Così come abbiamo concesso 80 euro in busta paga, ma abbiamo sbagliato a dire che era una cosa facile da farsi”. Comunque quella è la strada da seguire “non certo il reddito di cittadinanza, perché tutti devono mettersi in gioco e non accontentarsi di ciò che viene concesso”.

 

Non potevano mancare i riferimenti alla vicenda Consip e all’inchiesta che ha sfiorato “il babbo”.
“Se qualche servitore dello Stato infedele ha falsificato le prove contro l’ex presidente del Consiglio deve pagare. Io voglio la verità, io lo voglio sapere” ha detto a Martina. “Se questo servitore infedele c’è, io - ha proseguito - col sorriso di chi conosce il detto ‘male non fare paura non avere’, voglio la verità. In questa storia ne vedremo delle belle, il tempo è galantuomo”. Sul coinvolgimento di suo padre “che ho letto sui giornali, immaginerete il mio stato d’animo. Immaginate un figlio che dovrebbe dubitare di suo padre e una famiglia che vive un crogiuolo di emozioni”.
Pochi i riferimenti alle vicende locali, nessuna al suo competitore alle primarie dell’aprile scorso, Michele Emiliano, che pure oggi a Bari, a partire dalle 11,30 parteciperà insieme a lui alla presentazione del libro organizzata a Villa Romanazzi Carducci. A Bari a tenere a bada Matteo ed Emiliano ci penserà il sindaco Antonio Decaro, persona molto vicina e stimata dal segretario nazionale e con ottimi rapporti con il governatore.
A Martina Franca, Renzi ha sottolineato che la sfida dell’Italia non può che partire dal Sud. “Sarà bello e affascinante tentare di far ripartire il Sud, il Mezzogiorno, la Puglia e il territorio di Taranto non soltanto attraverso i necessari investimenti fondamentali per le infrastrutture e sui grandi complessi, a cominciare dall’Ilva, ma anche lavorare sulla cultura, sui beni culturali, come è accaduto con il Museo archeologico”.
A Martina Franca e a Lecce ha ricordato la costruzione del gasdotto di Tap con approdo a San Foca di Melendugno. “Meno No Tap e più No Tar”, ha detto. “Il gasdotto di Tap è un’opera strategica e va realizzata, l’Italia è piena di tubi.
Poi capisco il dissenso e la protesta, ma il gasdotto va fatto”. Anche su Tap, come su tutto il resto si va “Avanti, perché l’Italia non si ferma”.

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