Nuovo violento raid vandalico a Novoli. L'ennesimo purtroppo, che si registra nottetempo nel comune Nord salentino, e che questa volta non si è fermato neppure dinanzi alla storia, lasciando una ferita indelebile, perché scempia uno dei più importanti monumenti artistici del paese: la vetrata istoriata che caratterizza il rosone
centrale della Chiesa dedicata a Maria Immacolata, la più antica di Novoli, situata nel centro storico a qualche decina di metri dalla centrale Piazza Regina Margherita.
I vandali, perchè di questo si tratta, ebbene chiarirlo subito, avrebbero con ogni probabilità, agito in gruppo ed indisturbati facendosi forza del buio. Un'azione a dire di diversi residenti della zona centro storico, non nuova, e già
purtroppo altre vole portata a termine, seppur non con la stessa gravità e ferocia di qualche giorno addietro.
Già nello scorso fine settimane infatti, alcuni novolesi avevano notato il parco giochi, o meglio quel che rimaneva di uno spazio ludico, pieno di bottiglie di birra rotte e con il basolato antistante l'antica Chiesa imbrattato di simboli irriguardosi. Poi qualche giorno addietro l’amara scoperta. A farla è stato il diacono Antonio Tamiano, priore della confraternita dell'Immacolata e responsabile della chiesa. Tamiano avvisato da uno residenti di Vico Mazzotti ha infatti constato che il vetro che è applicato sul rosone posto al centro della facciata della chiesa era stato rotto con ogni probabilità utilizzando un grosso sasso, lanciato con lo scopo di fare danno e scempio. Il diacono poi una volta entrato ha subito notato sul pavimento alcune massi probabilmente utilizzati per portare a termine un'azione balorda e sensa senso degna del grado di massima inciviltà.
qualcuno le avesse a più riprese annunciate e date per necessarie sopratutto nel centro storico sia perché spazio utile da tutelare sia sopratutto perché già teatro di azioni di vandalismo.
La chiesa dell’Immacolata è la più antica chiesa di Novoli nonché la prima chiesa parrocchiale. Al suo interno
si conserva in particolare un importantissimo affresco bizantineggiante, un’icona della Vergine Odegitricia rinvenuta nella Cappella della Mater Dei (come veniva chiamata anticamente) nel 1865, immagine tra l’altro raffigurata per alcuni periodi di tempo sullo stemma cittadino. La cappella è importante anche per un altro frammento di affresco rinvenuto nel 1951, raffigurante come figura principale una donna e come secondaria una angelo, entrambi con
l’aureola ed il segno della croce in testa.