Pugno duro del Comune: "Via il centro sociale, pronti allo sgombero del Terra Rossa"

Il centro sociale Terra Rossa in un asilo comunale
Il centro sociale Terra Rossa in un asilo comunale
di Giorgia SALICANDRO
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Martedì 15 Marzo 2016, 06:23 - Ultimo aggiornamento: 13:48
«Occupazione illegittima»: il Comune è pronto a richiedere lo sgombero. L’amministrazione comunale di Lecce chiude le porte agli attivisti del centro sociale “Terra Rossa nato tre giorni fa con l’occupazione dell’ex asilo nido “Angeli di Beslan”. E fa capire che la porta è chiusa: «Devono sgomberare, faremo partire una denuncia per occupazione abusiva».
Della questione hanno discusso ieri mattina, a margine della riunione di Giunta, il sindaco Paolo Perrone e l'assessore Gaetano Messuti, facendo il punto sulla situazione in corso in via Franco Casavola, nei pressi della via per Monteroni. Dalla notte dello scorso venerdì un gruppo di attivisti ha costituito un centro sociale autogestito, con lo scopo dichiarato di riattivare un edificio abbandonato al degrado. Con tanto di annuncio per l’organizzazione di eventi, manifestazioni e iniziative.
Ma il sindaco Perrone vuole mettere le cose in chiaro e lo dice a chiare lettere:
«L’asilo “Angeli di Beslan” è stato chiuso tre anni fa perché necessitava di lavori di manutenzione straordinaria – dichiara il primo cittadini - l'immobile ci è stato dato in concessione da Aqp e questo ha creato delle difficoltà burocratiche per ottenere i finanziamenti, ma ora abbiamo recuperato i fondi da economie di Bilancio e siamo pronti a far partire una gara d'appalto per la gestione della struttura».
L'intenzione del Comune, quindi, è quella di riprendersi alla svelta lo stabile e senza troppi tentennamenti. «Non possiamo tollerare che gli edifici pubblici vengano utilizzati in via illegittima – aggiunge lo stesso Perrone – abbiamo già attivato gli uffici perché formalizzino una denuncia per occupazione abusiva». Non si tratta, dunque. E gli occupanti sono avvertiti.
Intanto da tre giorni le porte del “Terra Rossa” sono aperte ad attivisti e sostenitori che per tutto il weekend si sono dati da fare per ripulire la struttura. Cartacce e spazzatura ovunque, materassi attaccati dalle muffe e ormai inutilizzabili, bagni lerci, e persino diverse siringhe è ciò che hanno trovato gli occupanti al loro ingresso. Una speciale “task force” di giovani universitari, volti noti della militanza di sinistra e componenti di associazioni hanno preso in mano guanti, spugne e disinfettanti per ripristinare gli spazi. C’erano anche alcuni residenti del quartiere. In tanti, sollevati dal nuovo via vai di gente, al posto dei vecchi “movimenti”.
L’obiettivo del neo costituito Collettivo Terra Rossa è quello di trasformare l'edificio in un contenitore di attività popolari e di confronto critico, grazie alla collaborazione con associazioni e altre realtà. Le prime sale sono già in via di allestimento. La ludoteca, ad esempio, con una casetta e dei giochi donati dai sostenitori, accanto al teatrino dei burattini rinvenuto nell'asilo.
C'è già il lettino nella saletta che dovrebbe ospitare un ambulatorio di strada. «Antigone sarà attiva con uno sportello dei diritti, con particolare riferimento all'ambito del penale carcerario», dichiara Maria Pia Scarciglia, responsabile dell'associazione per la Puglia.
Ci si sta organizzando anche per decespugliare lo spazio esterno. «Qui sorgerà un orto che avrà avrà rilevanza sociale, perché svilupperà il senso di collaborazione, insegnerà i principi e la validità dell'autoproduzione» dichiara Loris Novelli della Masseria Miele, che collabora alla realizzazione del progetto.
Tuttavia, sul complesso di iniziative pende ora un grande punto interrogativo legato alla posizione del Comune. E ieri sera, intanto, il Collettivo si è riunito ufficialmente per la prima volta, per decidere una linea comune sulle questioni di maggior urgenza.
 
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