Twiga, prenotazioni in bilico e assunzioni sospese

Twiga, prenotazioni in bilico e assunzioni sospese
di Paola ANCORA
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Domenica 28 Maggio 2017, 06:30 - Ultimo aggiornamento: 20:29

Sfuma il taglio del nastro del Twiga. O, meglio, la possibilità che lo stabilimento extralusso immaginato da Mimmo De Santis e soci riesca ad aprire il 10 giugno, come previsto inizialmente, si fa sempre più labile. E chi, fra alberghi e masserie, aveva accarezzato l’idea di accompagnare i propri ospiti al lido dei vip per un aperitivo o un bagno di sole, dovrà aspettare. O rivolgersi altrove. Come dovranno aspettare i circa 60 giovani - con le più varie mansioni - i cui contratti preliminari sono stati sospesi in attesa di novità.
I sigilli restano: il sequestro probatorio della struttura finita al centro di un’inchiesta per abusi edilizi non è stato revocato dal Tribunale del Riesame. E ora si attende di conoscere le intenzioni della società Cerra srl, che potrebbe decidere di fare ricorso in Cassazione, in un ultimo tentativo di sbloccare la situazione.
I legali Adriano Tolomeo e Antonio De Mauro esamineranno atti, documenti e la decisione del giudice in questo lungo, ultimo fine settimana di maggio prima di prendere una decisione e redigere un comunicato ufficiale, con il quale la società dirà la sua sull’intera vicenda.
Almeno questa sembra essere la linea decisa da De Santis insieme ai soci: tutti fermi, ieri, nel mantenere il più assoluto silenzio e riserbo sui prossimi passi e iniziative.
«Dobbiamo avere il tempo di esaminare le carte - ha spiegato l’avvocato Tolomeo – e solo al termine di questo esame diremo qualcosa, con una nota ufficiale». Niente di più.
Del resto nei giorni scorsi De Santis si era sfogato: «Mai un’ombra e un fatto simile in quarant’anni di lavoro nel comparto del turismo» aveva detto. Sottolineando come il caso Twiga gli avesse «levato la voglia di fare qualsiasi cosa, non vale la pena investire in questo territorio».
L’idea di De Santis, dopo l’apertura del Twiga, era quella di investire sul recupero di masseria Cerra, «ma non so, non vale la pena fare nulla» aveva insistito all’indomani della notizia del sequestro del cantiere e dell’indagine che lo vede coinvolto.
Amarezza, certo, e rabbia perché - lo ha poi sottolineato in una nota ufficiale – il Twiga avrebbe ottenuto 11 autorizzazioni dagli enti preposti al rilascio dei permessi, in primis dal Comune. E perché per l’imprenditore salentino il suo progetto è finito al centro di «diatribe politiche», con la campagna elettorale in corso a Otranto.
Non è bastato questo a tenere in piedi l’accordo con Flavio Briatore, che aveva concesso alla Cerra srl l’utilizzo del marchio Twiga, di sua proprietà. Briatore ha fatto un passo indietro, cosa che - peraltro – lo stesso De Santis ha salutato poi con favore perché il nome e la pubblicità del noto imprenditore avrebbero portato solo guai alla società salentina.
Ancora poche ore. E si conosceranno le intenzioni della Cerra srl. Con l’estate e le comitive di turisti, sempre più vicine.

 

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