Dopo la coda, la sorpresa alle Poste: «Contante finito, solo un acconto». Pensionati in rivolta

Dopo la coda, la sorpresa alle Poste: «Contante finito, solo un acconto». Pensionati in rivolta
di Pierpaolo SPADA
4 Minuti di Lettura
Lunedì 7 Dicembre 2020, 08:53 - Ultimo aggiornamento: 11:51

Pensione erogata, ma solo a metà. E così - con tutto ciò che ne consegue in tempi di pandemia - ai pensionati non resta che ritornare negli uffici postali a distanza di qualche giorno per riscuotere il saldo.
Paradossale? Accade nel Salento e, stando alla denuncia delle organizzazioni sindacali di categoria, la vicenda riguarda gran parte delle filiali delle Poste attive sul territorio. Tanto che i segretari di SpiCgil, FnpCisl e St UilpUil, rispettivamente, Fernando Cosi, Giuseppe Zippo, Luigi Di Viggiano e Silvana Tundo - hanno deciso di prendere carta e penna e scrivere una lettera aperta al direttore provinciale di Poste Italiane chiedendo la convocazione d'urgenza di un tavolo. Obiettivo: giungere ad una rapida soluzione del problema, fonte di ovvi disagi all'utenza che gli stessi rappresentanti sindacali definiscono «inaccettabili, soprattutto se riservati a una fascia di popolazione più esposta economicamente e fragile». Gli anziani, soprattutto.


In assenza di significative soluzioni gli stessi sindacati avvisano: «Ci riserviamo di rivolgerci al prefetto, ma anche di organizzare differenziati momenti di protesta». All'origine del tilt ci sarebbe un difetto di consegna della liquidità necessaria a soddisfare l'utenza nei giorni richiesti. «In poche parole - spiega, interpellata, la segretaria Cosi -, l'Istituto Cosmopol che svolge il servizio di approvvigionamento, per ragioni interne e forse dovute alla pandemia, ha ridotto a tre il numero di giorni di consegna del contante negli uffici postali, diversamente da quanto accadeva prima del coronavirus quando i portavalori rifornivano gli uffici postali tutti i giorni. Pertanto, oggi è ben comprensibile come le forniture subiscano dei ritardi che, inevitabilmente, si ripercuotono sull'utenza generando notevoli disagi».


Ritardi incisivi soprattutto per quegli utenti, come i pensionati, che si recano di primo mattino allo sportello per ritirare la propria pensione: «Se Cosmopol in quel determinato giorno e a quell'ora non è ancora riuscita a effettuare la fornitura, in quell'ufficio il pagamento o il prelievo salta o avviene in maniera parziale rispetto al dovuto o a quanto richiesto». E non si tratterebbe di un singolo episodio accaduto negli ultimi giorni: «Le segnalazioni - spiegano i tre sindacati - provengono dai pensionati ormai da qualche tempo», ovvero già da agosto.

E destino ha voluto che nel disservizio incappassero, con i loro cari, alcuni dei sindacalisti firmatari della lettera aperta.


«Le disponibilità di denaro agli sportelli postali per il pagamento delle pensioni - scrivono Cosi (Spi), Zippo (Fnp), Di Viggiano (St Uilp) e Tundo (St Uilp) - sono insufficienti a soddisfare le legittime esigenze degli utenti di quasi tutti gli uffici postali della provincia di Lecce: sia di quelli ordinari in fase di prelievo di denaro e sia dei pensionati all'atto della riscossione della pensione che spesso viene erogata parzialmente. Molti pensionati, infatti, lamentano di essere dovuti tornare in giorni successivi a riscuotere la somma rimanente della pensione non avendola potuta riscuotere per intero a causa della mancanza di liquidità».
Tra l'altro, la conferma arriva dagli stessi ambienti dell'istituto di vigilenza. Lo conferma Donato Mazzeo, segretario di Ugl sicurezza e dipendente di Cosmopol: «I giorni settimanali di consegna sono ridotti a tre, ma ciò avviene in forza di un accordo firmato a livello nazionale da Poste».


Fenomeno diffuso, purtroppo. E gli stessi sindacalisti fanno gli esempi: «Abbiamo notizie di pensioni non pagate per intero nella giornata di venerdì a Ruffano e a Galatina, ma è un problema che riguarda tutti gli uffici postali della provincia. La carenza di personale o un'inadeguata organizzazione dei rifornimenti di liquidità producono disservizi che non possono in alcun modo ricadere su persone già fragili, costringendole a uscire da casa più volte ed esponendole anche a rischi di assembramento inevitabili».


E qui si apre un'altra ferita, per così dire. All'interno degli uffici postali i posti a sedere sono stati ridotti e perché all'esterno non c'è luogo di stazionamento al coperto che possa ospitare gli utenti, sottolineano i sindacati. Si potrebbe obiettare che tali disservizi siano da addebitare all'utilizzo del contante. «Pur riconoscendo l'impegno degli uffici postali a orientare i pensionati e cittadini all'uso della moneta elettronica, tuttavia il disagio persiste. Per cui - così concludono Spi, Fnp e St Uilp - si richiede, senza ulteriore indugio, l'intervento risolutivo della direzione provinciale di Poste Italiane».

© RIPRODUZIONE RISERVATA