Rigettato il ricorso dell'hotel a Porto Cesareo, il Consiglio di Stato: la spiaggia resta libera

Rigettato il ricorso dell'hotel a Porto Cesareo, il Consiglio di Stato: la spiaggia resta libera
di Francesco DE PASCALIS
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Venerdì 25 Agosto 2023, 19:43

Anche il Consiglio di stato nega l’uso della spiaggia del centro di Porto Cesareo all’ampliamento della concessione dell’hotel Paradise. Si chiude quindi con un nuovo “no” il contenzioso che dal 2018 vede contrapposti, da una parte la proprietà dell’Hotel Paradise e dall’altra il Comune jonico, per l’utilizzo di nuove porzioni della storica spiaggia situata nel centro della città turistica, che nelle intenzioni dell’hotel era da riservare agli ospiti della struttura ricettiva, mentre per i giudici del Tar ed anche del Consiglio di stato era e resta una spiaggia libera. 
Questo il sunto del contenuto della sentenza definitiva, con la quale la Sezione VII del Consiglio di Stato (presidente Chieppa, relatore Francola), condividendo le tesi del difensore del Comune di Porto Cesareo avvocato Antonio Quinto, ha inteso rigettare il ricorso d’appello contro la precedente decisione del Tar di Lecce, che aveva già deciso in senso sfavorevole alla ipotesi di ampliamento della concessione demaniale. 

La vicenda

Con ordine. La spiaggia del centro, tradizionalmente frequentata dai residenti, presenta ancora oggi un’estensione piuttosto ridotta. Proprio per questo il Comune carte e documenti alla mano «ha scelto di non consentire l’occupazione di nuovi spazi a favore di strutture private». Ed anzi, nello scorso mese di luglio ha realizzato un’attrezzatura pubblica per consentire anche ai soggetti con disabilità motoria di accedere al mare. In questo contesto i giudici d’appello, accogliendo le argomentazioni difensive dell’avvocato Antonio Quinto, hanno evidenziato che la valutazione discrezionale sul mantenimento dell’uso collettivo dei beni demaniali non è superabile per ragioni imprenditoriali e, pur in presenza di un pregresso annullamento giurisdizionale di un diniego per difetto di adeguata motivazione, il Comune conserva il potere di rigettare nuovamente la domanda per ragioni di incompatibilità sostanziale. infatti, nel lungo contenzioso tra hotel e Comune, lo stesso Consiglio di Stato aveva accolto un primo ricorso d’appello della società, affermando il principio per cui l’ampliamento richiesto non doveva ritenersi assoggettato all’obbligo di una gara pubblica, sicché il Comune avrebbe dovuto assumere le proprie determinazioni a prescindere da ulteriori formalità. Nel rinnovare la procedura quindi, il Comune aveva ribadito il diniego, questa volta evidenziando il contrasto del richiesto ampliamento con l’interesse collettivo alla conservazione del libero uso di quel tratto di costa. 
Ora, per il Consiglio di Stato questa scelta, in quanto volta alla tutela della collettività, non può essere contestata. «La sentenza va al di là del contenzioso tra le parti - ha commentato Quinto - perché conferma la prerogativa dei comuni costieri sulle scelte in ordine al più proficuo utilizzo del demanio marittimo a prescindere dalla esistenza di un piano delle coste già approvato, ma nella logica del già esistente Piano Regionale che predilige innanzitutto gli interessi della collettività a ridosso dei centri abitati».

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