Punta Grossa, dietrofront della Procura: «Condannate anche i 120 proprietari»

Punta Grossa, dietrofront della Procura: «Condannate anche i 120 proprietari»
di Erasmo MARINAZZO
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Martedì 28 Febbraio 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 14:03
Ieri è stata chiesta la condanna. Un anno fa fu invocata l’assoluzione dei 120 proprietari degli appartamenti del villaggio turistico “Punta Grossa” di Porto Cesareo, sequestrato ad ottobre del 2011 nell’inchiesta scaturita nel processo per lottizzazione abusiva.
Cosa è cambiato in questi mesi nel processo in corso davanti al presidente della seconda sezione penale, Roberto Tanisi? Perché la Procura ha ora un orientamento diverso? E’ cambiato il rappresentante dell’accusa. Ieri in aula c’era il pubblico ministero Antonio Negro, titolare dell’inchiesta condotta con i finanzieri della Compagnia di Gallipoli. Un anno fa, era il 25 gennaio, dietro al banco dell’accusa c’era la collega Donatina Buffelli, poiché Negro era stato distaccato a Roma per comporre la commissione esaminatrice del concorso di magistrato ordinario.
Il corto circuito della Procura di Lecce si è manifestato nell’udienza di ieri dedicata alle repliche delle parti, dopo che alla requisitoria del pubblico ministero Buffelli erano seguite le arringhe degli avvocati difensori. Laconico il pubblico ministero Negro: “Mi riporto alle conclusioni della mia memoria”. Quella memoria in cui ha chiesto la condanna di tutti gli imputati. Anche dei 120 proprietari degli appartamenti: 1 anno di arresto ed ammenda di 60mila euro. Ed in quella memoria si parla anche di confisca dell’intera struttura.
 
Al che il collegio difensivo ha richiamato un articolo del codice di procedura penale sullo svolgimento della discussione finale del processo: “Il pubblico ministero e i difensori delle parti private possono replicare: la replica è ammessa una sola volta. E deve essere contenuta nei limiti strettamente necessari per la confutazione degli argomenti avversari”.
Per gli avvocati, dunque, il pm Negro avrebbe dovuto limitarsi a contestare le tesi della difesa. E non quelle dell’accusa. L’interessato ha replicato sostenendo che confutare la sua collega coincida con il confutare gli avversari.
E’ una questione che valuterà il giudice Tanisi nel dispositivo della sentenza atteso per il 9 marzo prossimo. La memoria del pubblico ministero Negro recita così a proposito dei proprietari: “Gli imputati di cui ai numeri da 10 a 130 devono essere condannati, ritenuta la non meritevolezza delle attenuanti generiche - per la gravità della condotta e del danno arrecato al paesaggio ed all’ambiente - e la sussistenza della continuazione, alla pena per anni 1 di arresto ed al pagamento dell’ammenda di 60mila euro ciascuno”.
L’espediente della multiproprietà sarebbe andato a vantaggio anche degli acquirenti, la testi del pm Negro. E per questo nella sua memoria è stato chiesto anche la confisca del villagio turistico ed il ripristino dei luoghi. Che in altri termini vuol dire radere al suolo tutto. Ed il nuovo piano urbanistico del Comune di Porto Cesareo che conferma la destinazione turistica-alberghiera di località “Serricelle” dove si trova “Punta Grossa”? «Tale sanatoria non è certamente applicabile nel caso di specie, per diverse ragioni. Ragioni enunciate in cinque punti.
Invariate invece le altre richieste: tre anni di reclusione a Fernando Iaconisi, amministratore unico della Fgci (società che gestisce la struttura dal valore di 50 milioni di euro); due anni di reclusione per il progettista Claudio Conversano e uno e mezzo per il progettista Cosimo Nestola; un anno e quattro mesi, più ammenda di 90mila euro, per l’ex primo cittadino di Porto Cesareo Luigi Fanizza (in carica dal 2001 al 2006) e per i due responsabili dell’Ufficio tecnico del Comune, Cosimo Coppola, di Torre San Susanna (Brindisi), e Giovanni Ratta, di Leverano.
Assoluzione “per non aver commesso il fatto” o “perché il fatto non costituisce reato” per l’allora dirigente del settore Ecologia dell’assessorato all’Ambiente Luca Limongelli, di Bari, e per i responsabili dell’assessorato all’Urbanistica della Regione, Luigi Ampolo, di Surbo, e Giuseppe Lazazzera, di Bari.
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