Perrone “scarica” Messuti: «Capogruppo in base ai voti? Se vuole andare via è libero»

Perrone “scarica” Messuti: «Capogruppo in base ai voti? Se vuole andare via è libero»
di Francesca SOZZO
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Giovedì 24 Agosto 2017, 06:30 - Ultimo aggiornamento: 12:45

Il secondo round tra Paolo Perrone e Gaetano Messuti potrebbe consumarsi nella giornata di oggi. A metterli faccia a faccia, il deputato fittiano Roberto Marti che ha convocato per questa mattina una riunione del gruppo consiliare di Palazzo Carafa nella sede di Direzione Italia in via Braccio Martello.
Un confronto necessario alla luce dell’ultimo batti becco avuto tra l’ex sindaco e il suo ex vice a causa dell’incarico di capogruppo di Direzione Italia. Con Perrone da un lato che dà per scontata la sua nomina e Messuti dall’altra che minaccia di lasciare la casa di Raffaele Fitto per aderire al gruppo misto in consiglio comunale.
Una decisione che Roberto Marti vuole scongiurare per non perdere un politico di spessore e anche un amico.
L’oggetto del contendere è la nomina di capogruppo in consiglio comunale sul quale il gruppo aveva iniziato a confrontarsi nel corso di una riunione la settimana scorsa che non aveva portato ad alcuna decisione, salvo poi leggere sui giornali che Perrone aveva dichiarato di essere lui il capogruppo. Una dichiarazione che ha mandato su tutte le furie Gaetano Messuti che non solo ha accusato l’ex sindaco di «autoproclamazione», ma anche di essere la causa principale della sconfitta del centrodestra nelle ultime elezioni comunali oltre a dire chiaramente (sui social) di non gradire il modo di fare politica di Perrone. «Prendo atto che questo è l’usuale modo di fare politica di Perrone - aveva scritto in post Messuti - modalità che mi ha visto in posizione alternativa in campagna elettorale e che lo ha reso responsabile principale della sconfitta del centrodestra», accusa Messuti.
Dichiarazioni a cui non dà peso l’ex primo cittadino: «Noi ci eravamo accordati che tutti gli incarichi - ha dichiarato Perrone sarebbero stati assegnati in base al consenso come sempre accaduto nel nostro partito». Perrone non sa spiegarsi l’uscita di Messuti che ventila la possibilità di lasciare il gruppo consigliare per dichiararsi indipendente. «Non so, non so», dice Perrone lasciando intendere che qualsiasi decisione dovesse prendere Messuti sarebbe una scelta del tutto personale. Non certo indotta. Quanto alle accuse sulla disfatta del centrodestra Perrone dice: «In campagna elettorale ci siamo impegnati tutti, ma non è accaduto - getta acqua sul fuoco il consigliere - Ora dobbiamo concentrarci a fare un’opposizione efficace per il bene della città e per il rilancio del centrodestra cercando di anteporre gli interessi di carattere generale a quelli personali».
Ma dietro il post di Messuti c’è chi legge piuttosto che un divorzio un messaggio politico nei confronti di Perrone che con il suo atteggiamento da tempo starebbe provocando malumori all’interno del centrodestra non avendone - secondo qualcuno - nemmeno più il potere per farlo.
C’eravamo tanto amati. Insomma. A e far da paciere spetterà a Marti la cui volontà è quella di non perdere pezzi in Dit. «Cercherò di trovare una sintesi - ha dichiarato il deputato - e soprattutto di tenere tutti all’interno del partito. Di certo al momento non ho ricevuto né in maniera formale né informale alcuna comunicazione da parte di Gaetano sulla volontà di voler lasciare il gruppo. Lo conosco bene e spero che non arrivi a prendere questa decisione».
L’ex assessore infatti ha preso tempo paventando l’ipotesi di aderire al gruppo misto in consiglio comunale.
 

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