Sul piatto ci sono 250mila euro rinvenienti dagli incassi dell’Imu e il contributo per il restauro delle facciate dei palazzi storici potrà essere pari a un massimo del 40% della metà dell’importo delle spese sostenute e documentate, per una cifra comunque non superiore a 20mila euro.
Gli interventi potranno riguardare «la manutenzione straordinaria dei prospetti, compresi la sostituzione o il recupero dei serramenti esterni, degli infissi e degli elementi decorativi come meridiane, affreschi, pannelli musivi, lesene e il restauro di insegne antiche o la sostituzione di insegne commerciali non coerenti con il contesto storico». Novità, quest’ultima, che accoglie, sebbene con qualche anno di ritardo, un rilievo fatto dalla Sovrintendenza proprio sulle insegne.
Una volta concesso il contributo, il residente del centro storico avrà 30 giorni di tempo per presentare il progetto di recupero al settore Urbanistica. E quando i lavori saranno conclusi, il contributo verrà erogato in una unica soluzione.
Si tratta del primo provvedimento di questo tipo confezionato dall’amministrazione Perrone e mirato al centro antico della città, dopo più di un decennio. Era infatti la fine degli anni Novanta, quando Adriana Poli Bortone sindaco varò il Piano Urban che, intercettando i fondi messi a disposizione dall’Europa, segnò il destino del centro storico, trasformandolo da “periferia” della politica e dell’attività amministrativa in cuore pulsante della città.
Oggi, rispetto ad allora, di diverso c’è infatti la vitalità del centro barocco - meta di centinaia di migliaia di visitatori ogni anno e brulicante formicaio di locali, pub e negozi - e la corposità del tesoretto disponibile, che per la ristrutturazione dei prospetti vale 250mila euro. L’obiettivo, come ha spiegato l’assessore Attilio Monosi ideatore della misura, è creare un circolo virtuoso che migliori l’appeal della città a beneficio di chi la abita, ma anche dei turisti.