Pala scuote CoR: «Ci vuole un buon candidato»

Lo spoglio delle schede
Lo spoglio delle schede
di Francesca SOZZO
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Mercoledì 8 Giugno 2016, 07:17 - Ultimo aggiornamento: 14:02
Figura positiva da candidare a sindaco cercasi. I tempi sono cambiati e le ultime elezioni amministrative ne hanno dato prova. Si torna alle urne (superato il 68% di affluenza) e si guarda più al candidato che alla lista.
L’analisi, a qualche giorno dal voto, arriva dal giovane Giorgio Pala, presidente dell’associazione Carpe Diem che punge i vertici del partito leccese e invita Conservatori e Riformisti a guardare oltre e puntare ad un «buon candidato» che possa fare la differenza e far vincere il centrodestra a Lecce nel 2017.

«Il primo turno di queste elezioni amministrative ci fornisce alcuni dati inequivocabili che vanno necessariamente analizzati - scrive Pala - L'astensione diminuisce, il Movimento 5 Stelle fallisce quasi ovunque (ad eccezione di Roma e Torino) e intercetta solo il voto di opinione; il Pd tiene ma, dopo le campagne europee e regionali nettamente vittoriose, inizia un processo di decadenza che difficilmente potrà essere fermato a causa delle sempre crescenti divisioni interne». E questa è solo una parte. Il dato che deve fare riflettere maggiormente è quello della performance del centrodestra. «Il dato più importante riguarda tuttavia il centrodestra: dopo 22 anni si chiude la stagione politica di Berlusconi - sottolinea Pala - un uomo eccezionale che negli ultimi tempi non ha capito di dover fare i conti con l'anagrafe e di dover lasciare spazio al rinnovamento». Un rinnovamento che secondo il presidente di Carpe Diem deve passare da un «partito di centrodestra costituito da più anime, un partito che riprenda e migliori il progetto geniale del fu Pdl, un partito in cui convivano un'area più marcatamente di destra al fianco di una più moderata e liberale».
È arrivato dunque il momento di fermarsi a riflettere a cominciare dalla scollatura tra elezioni nazionali ed elezioni amministrative che nel primo caso guarda ancora alla partitocrazia, nel secondo caso «è il candidato sindaco a fare la differenza» ancor più della colazione che lo sostiene. E dunque: «Un candidato sindaco con un'immagine negativa perderà anche se sostenuto da una coalizione allargata, mentre al tempo stesso una figura positiva potrà sperare nella vittoria anche se sostenuta da qualche lista civica e da nessun partito di riferimento. Questo andrebbe ben impresso nella mente di tutti i politicanti e i dirigenti di partito leccesi, soprattutto in vista del cruciale appuntamento del prossimo anno nel capoluogo: serve un buon candidato sindaco, prima ancora di una buona coalizione o di buone liste. I salti di alcuni politicanti locali (sarebbe troppo definirli “politici”) - commenta Pala - verso quell'area che “si dice di destra ma governa con la sinistra auspicando di diventare il centro” (triste ma vero) sono l'emblema del fallimento di una classe dirigente in cerca solo di una poltrona e di un lauto guadagno, una classe dirigente che pensa al contenitore e mai al contenuto, una classe dirigente che ha allontanato noi giovani dalla politica. Facciamo dunque un grande in bocca al lupo a tutti questi trasformisti - conclude - auspicando di archiviare la loro esperienza politica già dai prossimi appuntamenti elettorali, sicuri della parola chiave che servirà davvero per rilanciare la politica come la nobile arte del governare: il rinnovamento».
 
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