Il maltempo che si è abbattutto sul Salento ha fatto danni, certo, ha fatto tornare alla luce il fiume magico di Otranto - il Silur - ricreando l’ambiente di Badisco di migliaia di anni fa con i canaloni che sono tornati ad essere impetuosi torrenti. Il nubifragio ha ridisegnato interamente la baia di Badisco riportandola ai tempi di Enea: “con il porto nascosto sulla sinistra, poi in fondo la spiaggia ed i cavalli che pascolano”.
Uno "spettacolo" dimenticato, visibile solo in alcune foto d’epoca e nei racconti degli anziani: quel laghetto di Badisco con la foce del fiume, con la sua acqua perenne divisa dal mare da un esile cordone dunale.
L'alluvione ha restituito una visione incredibile, storica e romantica, di quando il fiume scorreva attraversando la foresta in cui vivevano i cervi, gli asinelli ed i cavalli selvaggi. Quel fiume ancestrale che, anni fa, fu chiamato Silur, per dare un nome ad una geografia mitica, antichissima di cui nessun uomo potrebbe più ricostruire la toponomastica. Ecco, il fiume “Silur” è tornato ed ha dato l’idea della natura feroce e selvaggia in cui vivevano i nostri antenati di seimila anni fa, quando nelle grotte dei dintorni ci lasciarono migliaia di pittogrammi per testimoniare della loro esistenza.