Scoperta discarica nel parco regionale: sigilli a 6.000 metri quadrati

Scoperta discarica nel parco regionale: sigilli a 6.000 metri quadrati
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Sabato 24 Giugno 2017, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 20:46
Una discarica a cielo aperto nella natura selvaggia e preservata del “Parco naturale regionale costa Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase”. Lo hanno individuato e sequestrato gli uomini del Nucleo investigativo provinciale di polizia ambientale dei carabinieri. Sigilli ad un’area di seimila metri quadrati, fra la zona del faro della Palascìa e Porto Badisco.
Si chiama “Masseria Cippano” la contrada dove sono stati trovati rifiuti inerti e rifiuti speciali. e fra queste anche lastre di eternit. E poi residui di elettrodomestici e di materiale di risulta edile. Rifiuti dove il passare del tempo ha lasciato le tracce: sono avvolti dai rovi intanto cresciuti negli anni. E rifiuti abbandonati lì, in quella oasi, in tempi recenti.
E’ stato per questo aperto un fascicolo contro ignoti per le ipotesi di reato di creazione di una discarica abusiva e di abbandono di rifiuti. 
L’inchiesta finita sul tavolo del pubblico ministero Antonio Negro, ha mosso i primi passi da un esposto anonimo, ma che contiene notizie anche sulla storia di quel terreno: ex base militare, tornato nella disponibilità del vecchio proprietario recentemente aggiudicato in una asta giudiziaria. 
Stiamo parlando di una zona attraversata dalla litoranea piena di curve e di saliscendi della Otranto-Porto Badisco, con affacci mozzafiato sulle falesie e sul mare blu cobalto da un lato. E sull’altro, quello di “Masseria Cippano”, attraversato da una natura aspra e suggestiva. Frequentata puntualmente dagli amanti del trekking. Proprio qui, a due passi dal punto più ad Est di Italia, il faro della Palascìa cioè, una discarica abusiva si è sviluppata nel silenzio assoluto. 
 
Gli abitanti di Otranto la conoscono.
Sanno che lì in mezzo sia stato gettato di tutto. Proprio in quel terreno che conserva uno dei pezzi di storia più importanti e drammatici di Otranto: la masseria fu fatta costruire da Carlo V, imperatore del Sacro Romano Impero” in quel sistema difensivo che aveva come punto di avvistamento dei mori la torre di Sant’Emiliano. L’allarme passava da quelle campagna, prima di giungere nella città di Otranto, quando veniva notata una nave dei mori avvicinarsi alla costa.
I problemi di oggi sono altri. E si chiamano rifiuti. Perché occorrerà chiarire ora a chi toccherà bonificare l’intera area, tenendo conto che gran parte dei rifiuti potrebbero trovarsi lì da quasi 20 anni: il vecchio o il nuovo proprietario? 
Oppure, trattandosi di un parco regionale, frequentato stabilmente dagli amanti delle passeggiata fra la natura e la storia, sarebbe possibile accedere a finanziamenti pubblici?
E’ uno dei problemi che dovrà affrontare la Procura, insieme a quello di stabilire se e chi iscrivere sul registro degli indagati. Ad ogni modo la conseguenza immediata è che l’area sequestrata per il momento resta interdetta alle visite. La bonifica, dunque, potrà avere effetti benefici ed immediati anche sul turismo.
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