Briatore: «Nel Salento solo alberghetti. Se volete i ricchi servono hotel di lusso e porti per i megayacht»

Il manager Flavio Briatore
Il manager Flavio Briatore
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Lunedì 19 Settembre 2016, 10:42 - Ultimo aggiornamento: 21 Settembre, 18:28

«Nel Salento siete indietro di 30 anni. Avete alberghetti che non servono. Vi servono, invece, brand di lusso, alberghi a picco sul mare, infrastrutte e investimenti per attrarre turisti con tanti soldi da spendere». Parola di Flavio Briatore.
L'imprenditore ieri era a Otranto, dove l'estate prossima inaugurerà il Twiga, uno dei suoi locali extralusso del marchio Bilionaire Lifestyle, ospite di un convegno tenutosi nel Castello Aragonese per parlare di turismo. E ha detto la sua, scatenando non poche reazioni. Ai sindaci di Lecce, Gallipoli, Otranto, agli imprenditori salentini non ha risparmiato critiche: «Conosco chi ha molti soldi e so come  ragiona. Chi spende 10-20mila euro al giorno quando è in vacanza - ha detto Briatore nel corso dell'incontro 'Prospettive a Mezzogiorno' - non vuole cascine, prati e scogliere nè alberghetti. E qui non cerca neanche cultura, per quella vanno a Roma o a Firenze. Chiede hotel extralusso, discese a mare, porti per i loro yacht e tanto divertimento sfrenato».

Immediata la replica dell'assessore regionale alle Attività produttive, Loredana Capone: «Sono tutti benvenuti ma non autorizzeremo speculazioni edilizie o alberghio a picco sul mare». In sala non sono mancati contestazioni e qualche mugugno: «Non siamo in Sardegna!» hanno urlato alcuni partecipanti. Ma il manager ha subito chiarito: «Non intendo esportare il modello della Sardegna nel Salento. Sono due territori diversi ma in entrambi i casi è possibile investire con successo».

E se Briatore boccia l'offerta turistica pugliese, non mancano voci autorevoli che lo contestano.

Stefàno (Sel) - «Non siamo interessati a barattare la bellezza, le diversità, le tradizioni che abbiamo recuperato con grande sacrificio  con il 'modello Briatore' che qui in Puglia è già superato. Anche perchè, nel frattempo, è cambiato il concetto di lusso. A Briatore ricordo che il network internazionale di Luxury Travel ha assegnato l'oro nella categoria "Best hotel of the year" a Borgo Egnazia, relais a cinque stelle pugliese immerso nelle campagne brindisine, mentre quasi unanimente ci vengono indicati in crisi sistemi che avevano investito proprio sul "modello briatore", Costa Smeralda in primis», il  commento del senatore Dario Stefàno, Presidente de La Puglia in Più, che aggiunge: «Se c'è una cosa che potrebbe dare una marcia in più al settore turistico, non solo pugliese, e rafforzare il concetto di Sistema Italia, è l'istituzione di un ministero ad hoc. Questa si che è una necessità anche per gli imprenditori».

Pagliaro (FI) - «Siamo sarcasticamente commossi dal messaggio lanciato dal “magnate” Briatore - così Paolo Pagliaro, responsabile nazionale Forza Italia per Federalismo e Mezzogiorno  - Lo diciamo da sempre che il turismo non ha un solo modello, così come da vent’anni gridiamo ai quattro venti del bisogno vitale del Salento di avere nuove infrastrutture e nuovi collegamenti: porti, porticcioli, l'autostrada fino a Lecce, la 275 fino a Leuca, l'alta velocità e il Frecciarossa, le FSE moderne e funzionali ed un Aeroporto (quello del Salento) che divenga internazionale con nuove tratte; urge una politica è una visione del territorio per il territorio». «Ben vengano le strutture extra lusso ma che siano dimore storiche, masserie a 5 stelle e resort lussuosi, purché eco-compatibili. Ma attenzione, il Salento è unico e irreplicabile».

Blasi (Pd) - «Il modello proposto da Briatore?  Da rispedire al mittente perché punta alla creazione di non-luoghi riservati all’accesso esclusivo di una élite economica ad altissima qualità di spesa, nei quali conta chi sei prima di entrare e non quello che sarai diventato alla fine del tuo viaggio o della tua vacanza». Non usa mezzi termini Sergio Blasi, consigliere regionale del Pd, secondo il quale invece «noi dobbiamo guardare ad un turismo che apprezza la cultura, anche quella popolare, la natura e il paesaggio. Che apprezza i musei e i centri storici tanto quanto il buon vino e il buon cibo. Che sia in grado di apprezzare e rispettare la terra che visita e di non farci perdere il rispetto per noi stessi. Come accade quando istituzioni pubbliche cedono alla tentazione della photo opportunity con il vip senza riuscire a opporsi efficacemente nel dibattito, come avrebbero dovuto fare a Otranto: rivendicando cioè quella visione e quella impostazione culturale che ha portato negli ultimi dieci anni la Puglia fuori dal cono d’ombra nella quale aveva vissuto fino ad allora».

















 

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