Il ministro Orlando: «Corti d'Appello, tagli necessari. Deciderà la politica»

Il ministro della Giustizia Orlando
Il ministro della Giustizia Orlando
di Alessandro CELLINI
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Giovedì 14 Aprile 2016, 06:39 - Ultimo aggiornamento: 15:54
Bisogna «completare il processo riformatore» ma ogni decisione, da qui in avanti, sarà «rimessa all’esito del dibattito politico e istituzionale appena avviato». Con la certezza, comunque, che qualcosa va fatto, «ridefinendo e ridisegnando i confini delle Corti d’Appello». Il ministro della Giustizia Andrea Orlando risponde così all’interrogazione parlamentare del deputato dei Conservatori e Riformisti Rocco Palese, che aveva chiesto lumi sulle intenzioni del Governo rispetto all’ipotesi di soppressione della Corte d’Appello di Lecce. Il Guardasigilli, insomma, conferma la necessità di una sforbiciata; ma ribadisce che sarà la politica a decidere come e dove tagliare.
 
«La complessità e l’estensione degli interventi di revisione della geografia giudiziaria, adottati nel 2012 - esordisce Orlando - e la necessità di completare il processo riformatore, anche per risolvere criticità rilevate attraverso il monitoraggio costantemente effettuato, hanno imposto l’esigenza di una approfondita ricognizione della materia, collegandolo al più generale tema dell’assetto dell’ordinamento giudiziario e della disciplina del funzionamento del Consiglio superiore della magistratura. Le soluzioni prospettate - aggiunge il ministro riferendosi al documento redatto dalla Commissione Vietti - non si sono ancora tradotte in articolati di riforme normative, ma costituiscono piuttosto una base di ragionamento da cui partire per elaborare la riforma. Le proposte formulate indicano quindi principi generali e potranno costituire oggetto di ulteriore riflessione, al fine di consentire l’avvio del percorso parlamentare di una organica iniziativa legislativa nel contesto di istanze quanto più condivise».

Il Guardasigilli dunque non chiude la porta. Né potrebbe farlo, almeno in questa fase. I criteri messi nero su bianco dalla commissione di esperti lasciano un ampio spazio di valutazione, all’interno del quale si muoveranno da qui in avanti i parlamentari, nel tentativo di migliorare il testo della legge delega. «La valutazione sugli interventi - conferma Orlando - sarà rimessa all’esito del dibattito politico e istituzionale appena avviato. Lo scopo di una ridefinizione della geografia giudiziaria infatti non poggia sulla necessità di razionalizzare la spesa, ma piuttosto sull’obiettivo di razionalizzare la dimensione degli uffici di secondo grado, al fine di favorire i processi di specializzazione. Obiettivo che può essere raggiunto non solo attraverso la soppressione di uffici, ma ridefinendo e ridisegnando i confini delle Corti». E dunque, aggiunge il ministro, «mi sembra del tutto prematuro e non fondato su elementi fattuali l’allarme rispetto alla chiusura di uffici giudiziari». Resta però l’intenzione, chiarissima, di procedere a una sforbiciata da parte dell’Esecutivo. Lo chiarisce subito dopo lo stesso ministro: «Credo che la tutela dei diritti sia realizzata anche in altri Paesi dell’Unione europea, eppure non c’è un altro Paese dell’Ue che abbia un numero di Corti d’Appello per numero di abitanti significativo come il nostro».

Orlando rivendica comunque un’attenzione particolare nei confronti del Salento: «Alle specifiche esigenze del distretto della Corte d’Appello di Lecce, che consta di una pianta organica di 291 magistrati, comprensiva della sezione distaccata di Taranto, è stata assicurata particolare attenzione. Infatti, con il decreto del 19 settembre scorso, con cui ho provveduto a incrementare le piante organiche della magistratura di sorveglianza, è stato assegnato un nuovo posto al Tribunale di sorveglianza di Taranto».
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