In carcere i legali dall'assassino di Eleonora e Daniele: si decide sulla confessione piena

In carcere i legali dall'assassino di Eleonora e Daniele: si decide sulla confessione piena
di Erasmo MARINAZZO
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Martedì 13 Ottobre 2020, 08:52

Ore decisive per riempire i buchi neri rimasti nell'inchiesta sui due fidanzati uccisi barbaramente la sera del 21 settembre nella loro casa di via Montello: fra oggi e domani l'omicida reoconfesso Antonio De Marco, 21 anni, di Casarano, farà sapere se ha deciso di rendere una confessione piena. Se ha deciso, insomma, di dare tutte quelle spiegazioni lasciate nel vago nel corso degli interrogatori della sera del fermo ed in quello di convalida con il giudice per le indagini preliminari Michele Toriello. Risposte che Procura e carabinieri cercano anche nei file del suo smartphone, del pc e di tre pen drive estratti dall'ingegnere Silverio Greco e depositati ieri, in attesa di essere esaminati dagli specialisti di informatica del Ris.

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Lo studente del secondo anno di Scienze infermieristiche che ha ucciso con 75 coltellate l'arbitro di calcio Daniele De Santis, 33 anni, di Lecce, ed Eleonora Manta, 30 anni, di Seclì, funzionario Inps a Brindisi, riceverà nelle prossime ore la visita in carcere degli avvocati difensori Giovanni Bellisario ed Andrea Starace per metterli al corrente se avrà seguito o meno il consiglio arrivato dagli stessi legali ed i solleciti prima della sorella maggiore e poi dei suoi genitori, di chiarire tutto e di non nascondere nulla sul perché si sia trasformato in un assassino truce e spietato. A cominciare dal riferire il motivo scatenante che gli ha fatto mettere in atto un piano - De Marco lo ha riferito al giudice - cominciato ad ideare alla metà di agosto quando lasciò quella casa di via Montello dove aveva convissuto con i due fidanzati, conservando con se' una copia delle chiavi.
Confusione, è la parola più ricorrente usata da De Marco durante l'interrogatorio con il gip Toriello: «Erano tante idee confuse, sì».

Il giudice invece si è convinto che fosse tutt'altro che confuso: «Ma che confuse, Antonio. Le persone confuse non fanno quello che hai fatto tu, le persone confuse fanno casino, tu hai tutt'altro che confuse! Preciso, Antonio! Tutt'altro che confuse, dov'è la confusione?».


«Può essere un'idea di vendetta», una delle risposte, anche questa generica, fornita dall'indagato. Senza tuttavia indicare nemmeno un motivo di contrasto con la giovane coppia, nella rosa delle possibilità di contrasto prospettate durante gli interrogatori.
Ed ancora: la necessità di incanalare la rabbia verso altri. E non solo verso se stesso, visto che ha parlato di atti di autolesionismo. Ma perché decidere di ammazzare Daniele ed Eleonora - ancora una delle domande rimaste senza risposta - invece che - ad esempio - prendere di mira uno degli 80 compagni di corso. «Non so neanche io cosa mi ha spinto a fare quello che ho fatto», un'altra risposta che lascia un vuoto per ora incolmabile sul movente e che ha indotto il giudice a sostenere che De Marco abbia scelto le vittime a caso e che potrebbe tornare a colpire nuovamente, a caso, se fosse lasciato libero.


Se si è reso conto dell'atrocità del gesto, De Marco? La difesa a breve deciderà se chiedere una perizia psichiatrica. lo farà appena terminerà l'analisi delle copie del fascicolo dell'inchiesta condotta dal procuratore Leone Leonardo de Castris con gli aggiunti Elsa Valeria Mignone e Guglielmo Catldo, il sostituto Maria Consolata Moschettini e i carabinieri del Nucleo investigativo, del Rosa e della sezione Operativa della Compagnia di Lecce.

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