Nuova mobilitazione "No Tap": in centinaia presidiano il cantiere.
L'azienda: «Sospensione momentanea, abbiamo le autorizzazioni»

il presidio
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Martedì 21 Marzo 2017, 10:43 - Ultimo aggiornamento: 21:33

MELENDUGNO - È ripresa questa mattina la mobilitazione dei cittadini che si oppongono alla realizzazione dell'approdo del gasdotto Tap (Trans Adriatic Pipeline) a Melendugno dove da ieri sono incominciate le operazioni per l'espianto e il trasferimento degli ulivi che si trovano lungo il tracciato dell'impianto. L'area del cantiere è presidiata da decine di uomini delle forze dell'ordine (polizia, carabinieri e guardai di finanza) in tenuta anti sommossa che proteggono gli ingressi e anche le strade poderali di accesso. Sul posto ci sono decine di manifestanti che impediscono ai camion di Tap di entrare nel cantiere. Sono anche giunti a sostegno della protesta i sindaci di Melendugno, Caprarica, Vernole e Martano, e i parlamentari del M5S, De Lorenzis e Donno. I manifestanti chiedono che non si riprenda l'attività del cantiere almeno fino a che la Regione - che oggi discuterà la questione Tap nel corso della riunione del Consiglio - non prenderà posizione rispetto alla contesa amministrativa in corso: i no tap sostengono che la multinazionale non dispone delle autorizzazioni necessarie a procedere ai lavori (tanto che il sindaco di Melendugno ha già notificato due diffide in tal senso), mentre la società sostiene il contrario. I parlamentari M5s hanno tentato di trovare un accordo con i vertici di Tap per la sospensione dei lavori.In una nota l'azienda ha specificato: «In merito alle notizie diffuse anche attraverso i social media da attivisti ed esponenti politici, TAP precisa che nella giornata odierna, su invito del Prefetto, gli uomini e i mezzi che hanno raggiunto il cantiere del microtunnel, hanno soprasseduto ad operazioni di espianto degli ulivi, limitandosi ad altre attività comunque ad esse propedeutiche».«Non essendo allo stato intervenuto alcun atto di revoca o sospensione delle autorizzazioni rilasciate per le attività di cantiere della Fase 0, - conclude la nota - Tap conferma il proprio programma di lavoro nell’area».

 
Emiliano. ««La Regione Puglia considera non ottemperata la prescrizione 44, quindi secondo noi lo spostamento degli ulivi è illegittimo. Tap più Xylella vanno considerate anche dal governo: ci vuole molta prudenza e soprattutto bisogna evitare le forzature. Perché quando si forza, la reazione popolare può essere fortissima», ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. «Per essere ancora più chiari», ha sottolineato Emiliano, «un posto come Melendugno (approdo di Tap) dalla bellezza commovente, in piena stagione turistica che sta cominciando, attira da tutto il mondo coloro che pensano, anche a ragione, di fare una battaglia di libertà nel momento in cui chiedono lo spostamento dell'approdo del Tap in un'atra area, in una zona industriale». Emiliano ha spiegato che «il Comune di Squinzano ha già dato la disponibilità con un atto del Consiglio comunale, ad ospitare l'approdo di Tap in un luogo dove non ci sarebbero polemiche. Quindi, non è vero che la Puglia dice no». «Fare per forza delle cose e imporle alla popolazione - ha rilevato - è la maniera più sbagliata di fare politica, e quella migliore per favorire chi vuole trarre da questo eventi pretesto per fare disordini. Non vorrei che l'intera stagione turistica, a causa di queste forzature, possa essere rovinata dalla incapacità del governo di comprendere le ragioni dei sindaci dell'area». Per Emiliano «ci vuole concertazione e anche flessibilità. Peraltro è quello che era contenuto nel programma di governo della Puglia che aveva chiesto al governo di spostare l'approdo del Tap». «Evidentemente questo modello di governo, basato sulla sordità rispetto alle richieste delle popolazioni residenti - ha sottolineato il governatore - è un modello sbagliato che sta provocando solo danni e complicazioni». «E come al solito - ha concluso - scarica sulle forze dell'ordine le contraddizioni che la politica non è stata in grado di risolvere».

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