Noemi, un testimone in tv: «C'era un'altra auto»
Ma gli investigatori smentiscono: non risulta dai video

Noemi, un testimone in tv: «C'era un'altra auto» Ma gli investigatori smentiscono: non risulta dai video
di Erasmo MARINAZZO
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Lunedì 18 Settembre 2017, 17:45 - Ultimo aggiornamento: 19 Settembre, 10:34

«La notte del 3 settembre percorrevo quella strada. Alle tre e mezzo ho notato il ragazzo arrestato, a bordo di una Fiat 500 bianca. Stava da solo. Stavo andando verso l’incrocio sulla destra ed ho visto sfrecciare davanti a me una Seat Ibiza verdone, vecchio modello». E’ la testimonianza raccolta dai microfoni di “Mattino Cinque”. Un ragazzo del Capo di Leuca ha raccontato di aver visto L.M. la notte del 3 settembre vicino alle campagne fra Santa Maria di Leuca e Castrignano del Capo, alla guida della macchina dei genitori. E di aver visto passare lo stesso modello di macchina indicata dal giovane che si trova in un Istituto penale per minori, con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dai futili motivi e dalla crudeltà, nella quarta delle versioni sulla scomparsa della fidanzata Noemi Durini: una Seat Ibiza.
Si tratta di una testimonianza che al momento non ha trovato riscontri nei filmati, anche quelli più recenti, acquisiti dai carabinieri. E che potrebbe invece servire a capire se L.M. abbia fatto o meno un sopralluogo nelle campagne dove qualche ora più tardi avrebbe condotto la fidanzata. Per ucciderla. Tuttavia chi ha parlato al microfono non ha riferito nulla di ciò che ha visto agli inquirenti.
La ricostruzione della sequenza tragica di domenica 3 settembre ha come punto fermo il filmato dell’impianto di video sorveglianza di una villa poco distante dalla casa della ragazza, a Specchia: L.M. e Noemi sono stati ripresi a bordo della Fiat 500 bianca alle 5.05. Il fidanzato era arrivato lì alle 4.51, nel video si vedono ripartire alle 5.09.
Più tardi, almeno un’ora più tardi, i fidanzati sono stati ripresi mentre passavano da Santa Maria di Leuca all’altezza del santuario sulla strada per Castrignano del Capo. Stavano per raggiungere contrada San Giuseppe dove mercoledì scorso L.M. ha fatto ritrovare il corpo della ragazza.
E la Seat Ibiza? Ne parlò L.M. ai carabinieri dopo che gli fecero presente l’esistenza del filmato in cui era stato ripreso davanti casa di Noemi e della possibilità che altri impianti di videosorveglianza confermassero che avessero trascorso insieme la nottata. Sentito appena la madre della ragazza presentò la denuncia di scomparsa, nella tarda mattina del 6 settembre, L.M. sostenne di non saperne nulla: non la vedeva dal 28 agosto perché si erano lasciati.
Messo al corrente del filmato cambiò versione almeno altre due volte, fino a raccontare di averla accompagnata alla rotatoria per Morciano di Leuca. Lì, ad attenderli, ci sarebbe stata una Seat Ibiza, di colore nero, con un uomo alla guida. Noemi sarebbe scesa dalla Fiat 500 per salire a bordo dell’altra auto e allontanarsi.
Tutto inventato: dopo le perquisizione in casa, il sequestro della macchina con il ritrovamento di tracce di sangue, l’avviso di garanzia con la contestazione di omicidio volontario, L.M. la mattina del 13 settembre ha chiesto di parlare con i carabinieri. E si è liberato del peso di aver ucciso la fidanzata: ha fatto ritrovare il corpo, ha accompagnato gli investigatori nelle campagne di contrada San Giuseppe.
Caso chiuso? No. Ancora no. Perché se l’indagato ha sostenuto di avere ammazzato Noemi con un colpo di coltello alla testa e che la lama si sarebbe spezzata all’interno, è vero anche che la Tac ha smentito questa ricostruzione: la lama non è stata individuata.
Qualche chiarimento potrebbe arrivare dall’autopsia prevista nella giornata di oggi. Il medico legale Roberto Vaglio cercherà di capire se quelle lesioni sulla parte sinistra del collo siano compatibili con una coltellata. E verificherà anche le lesioni sulla testa che potrebbero essere state procurate con la pietra intrisa di sangue, trovata a circa cinque metri dal corpo di Noemi.
Servirà, insomma, l’autopsia, a verificare l’attendibilità dell’indagato. A difenderlo, gli avvocati Luigi Rella e Paolo Pepe, mentre la famiglia di Noemi si è affidata a Giulia Bongiorno ed Mario Blandolino.


 

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