Noemi, i sindaci di Alessano e Specchia: «Comunità unite»

Noemi, i sindaci di Alessano e Specchia: «Comunità unite»
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Martedì 19 Settembre 2017, 11:27
Due comuni separati da una strada, da sempre vicini e amici che oggi si stringono nel cordoglio e dicono no al clima da farwest che tiene sotto scacco l'area in cui si è consumato l'omicidio di Noemi.
«Alessano e Specchia si sentono oggi più unite nella compartecipazione al dolore e nella condivisione della condanna alla violenza e alla sopraffazione». È quanto affermano in una nota congiunta i sindaci delle due cittadine in provincia di Lecce, Francesca Torsello e Rocco Pagliara, che si rivolgono a tutti i cittadini delle rispettive comunità, alla luce della drammatica vicenda (e dei relativi sviluppi) dell'omicidio di Noemi Durini, 16 anni, di Specchia, uccisa dal suo fidanzato 17enne, residente a Montesardo, frazione di Alessano. «Nel rinnovare il nostro cordoglio alla famiglia di Noemi per il tragico epilogo della vicenda della ragazza - scrivono - sentiamo il bisogno di chiedere alle comunità di Alessano e di Specchia e più in generale a quella salentina, di vivere i sentimenti di sgomento e di dolore per l'accaduto con il doveroso rispetto richiesto dalle circostanze. Riteniamo sia nostro dovere appellarci al buon senso perché questo fatto crudele, che turba le coscienze di tutti noi, rafforzi sempre di più l'idea che i valori della legalità e del rispetto delle istituzioni rappresentino il presupposto imprescindibile per la costruzione di una società più giusta e più libera».

LA CAMERA CIVILE DIFENDE I LEGALI DEL 17ENNE
Intanto la Camera Civile di Lecce si unisce al coro del settore nel difendere l'operato dei legali. E in relazione «ai gravissimi fatti successivi all'assassinio della giovanissima Noemi», la Camera Civile Salentina esprime «stima e la più sincera solidarietà» ai colleghi avvocati che nei giorni scorsi hanno subito «minacce e insulti» ad opera del «partito dei forcaioli» per avere assunto, «peraltro doverosamente» la difesa del minorenne reo confesso dell'omicidio della giovane. «La Camera civile - scrive in una nota il presidente Salvatore Donadei - coglie l'occasione per dare il suo contributo per una auspicabile crescita morale e civile della società, evidenziando a coloro che, forse, non sanno, o fingono di dimenticare, come la figura dell'avvocato rappresenti sempre presidio di legalità e di giustizia, mentre la sua funzione di mediazione tra il singolo cittadino e l'apparato giudiziario costituisca elemento essenziale di una società democratica». «Come è stato acutamente osservato, infatti - è detto inoltre - proprio la massima estensione possibile dei diritti di difesa del privato cittadino di fronte alla comunità dei consociati, che lo accusa per bocca del pubblico ministero, è il nerbo dell'autorevolezza della sentenza che verrà pronunciata: è la Difesa che con il suo efficace contraddittorio, conferisce legittimazione ai pronunciamenti dei Giudici, mentre con la sua presenza l'avvocato assicura il controllo sociale dei cittadini sulla giustizia, in modo che l'accertamento della verità storica avvenga secondo le procedure e le regole predefinite dalla Legge».
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