Nessun ampliamento in centro: Piano casa in consiglio

Una panoramica di piazza Sant'Oronzo
Una panoramica di piazza Sant'Oronzo
di Francesca SOZZO
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Lunedì 13 Giugno 2016, 09:55 - Ultimo aggiornamento: 16:07
La Regione Puglia accoglie gli emendamenti del comune di Lecce che è pronto ad applicare il Piano Casa come da legge regionale.
L’incontro, la scorsa settimana a Bari con l’ufficio Urbanistica ascoltato dai tecnici della regione incassando la l’approvazione della proroga della legge sulla casa.
Le linee guida sono state fissate da via Capruzzi che nel 2015 ha regolato gli interventi possibili per l’aumento delle volumetrie, le demolizioni e le ristrutturazioni e le ricostruzioni in base alle zone della città. A questo vanno ad aggiungersi uno snellimento delle procedure burocratiche, attraverso il ricorso alla Dia, e il rilancio del settore delle costruzioni gravato, oramai da tempo, dalla crisi economica che ha ingessato l’intero comparto. I beneficiari di queste misure sono i proprietari degli immobili, che potranno migliorare la qualità della propria abitazione. In questo modo i cittadini potranno riqualificare un edificio sia dal punto di vista energetico e architettonico, ma anche di ingrandirlo aumentandone la volumetria. Ma non in tutte le zone, come vedremo per la città di Lecce.
 
Tre i livelli di interventi previsti dalla Regione Puglia: l’ampliamento volumetrico degli edifici residenziali e non residenziali, con un 20% in più di cubatura; la demolizione e la ricostruzione degli edifici residenziali e non residenziali, attuabile con un premio volumetrico fino al 35%; e la riqualificazione ambientale e delocalizzazione delle volumetrie, che prevede ”l’abbattimento degli edifici contrastanti con il contesto paesaggistico e la loro ricostruzione altrove con un bonus del 35% o del 45% se l’intervento è inserito in un programma integrato di rigenerazione urbana”, si legge nella norma. 
Palazzo Carafa dunque passa l’esame, «erano valutazioni formali sulle quali abbiamo discusso - ha commentato l’assessore Martini - L’interesse collettivo di questo provvedimento è talmente importante» che oggi sarà discusso in consiglio comunale.
Cosa succede dunque. «Il Piano Casa - spiega l’assessore - prevede che nelle zone A1, quelle del centro storico per intenderci, non si possano fare interventi di ricostruzione degli immobili, né tantomeno di demolizione e ampliamenti di volume».
Cosa che può avvenire invece nelle zone A2, limitrofe al centro storico, in cui si possono effettuare interventi di ampliamento del 20% ma per edifici costruiti dopo il 1950.
Nelle zone cosidette B12, quelle residenziali, si potranno effettuare interventi di demolizione e ricostruzione, di ampliamento del 20% «sempre che ci siano edifici costruiti dopo il 1950 o che abbiano già subito ristrutturazioni», spiega Martini. Nelle zone sottoposte a vincolo paesaggistico, invece, «prima era vietato l’ampliamento, con questa nuova norma - chiarisce l’assessore - in quelle considerate non di pregio si potrà ampliare la volumetria di un 10%». «Abbiamo anche ottenuto di poter ampliare in altezza i sottotetti e i volumi tecnici che secondo la precedente norma non potevano essere modificati».
Una “svolta”, meglio, un «provvedimento importante - secondo Martini - che consentirà di risolvere il problema del fermo dell’edilizia cercando di avvantaggiare le piccole imprese che dovranno effettuare i lavori e andando incontro alle esigenze di quelle famiglie che magari vogliono costruire una casa per i propri figli. Senza dimenticare che con la formula: demolizione-ricostruzione abbiamo il risparmio del suolo che è l’imperativo del nostro Piano urbanistico generale». 
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