L’incontro, la scorsa settimana a Bari con l’ufficio Urbanistica ascoltato dai tecnici della regione incassando la l’approvazione della proroga della legge sulla casa.
Tre i livelli di interventi previsti dalla Regione Puglia: l’ampliamento volumetrico degli edifici residenziali e non residenziali, con un 20% in più di cubatura; la demolizione e la ricostruzione degli edifici residenziali e non residenziali, attuabile con un premio volumetrico fino al 35%; e la riqualificazione ambientale e delocalizzazione delle volumetrie, che prevede ”l’abbattimento degli edifici contrastanti con il contesto paesaggistico e la loro ricostruzione altrove con un bonus del 35% o del 45% se l’intervento è inserito in un programma integrato di rigenerazione urbana”, si legge nella norma. Palazzo Carafa dunque passa l’esame, «
Cosa succede dunque. «Il Piano Casa - spiega l’assessore - prevede che nelle zone A1, quelle del centro storico per intenderci, non si possano fare interventi di ricostruzione degli immobili, né tantomeno di demolizione e ampliamenti di volume».
Cosa che può avvenire invece nelle zone A2, limitrofe al centro storico, in cui si possono effettuare interventi di ampliamento del 20% ma per edifici costruiti dopo il 1950.
Nelle zone cosidette B12, quelle residenziali, si potranno effettuare interventi di demolizione e ricostruzione, di ampliamento del 20% «sempre che ci siano edifici costruiti dopo il 1950 o che abbiano già subito ristrutturazioni», spiega Martini. Nelle zone sottoposte a vincolo paesaggistico, invece,
Una “svolta”, meglio, un «provvedimento importante - secondo Martini - che consentirà di risolvere il problema del fermo dell’edilizia cercando di avvantaggiare le piccole imprese che dovranno effettuare i lavori e andando incontro alle esigenze di quelle famiglie che magari vogliono costruire una casa per i propri figli. Senza dimenticare che