Ragazzino pestato: quattro denunce. Accusati anche 3 minori

Ragazzino pestato: quattro denunce. Accusati anche 3 minori
di Ilaria FALCONIERI
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Domenica 5 Febbraio 2017, 07:35 - Ultimo aggiornamento: 17:41
Sono giunte a una svolta le indagini dei carabinieri della stazione di Nardò rispetto alla più grave delle tre aggressioni che, nelle settimane scorse, hanno terrorizzato il centro storico cittadino e spinto il sindaco a chiedere l’aiuto del prefetto. 
I militari indagavano, infatti, sull’episodio che aveva visto protagonista - suo malgrado - un 15enne neretino il quale, a seguito di botte e calci, ha subìto un lungo intervento chirurgico e ancora rischia danni seri all’udito.
Il risultato dell’attività investigativa conferma un’ipotesi che fin dall’inizio si è affacciata tra le pieghe della cronaca e degli incartamenti delle forze dell’ordine, e cioè che ad agire in fosse una baby-gang. I carabinieri infatti hanno identificato e denunciato per quella aggressione tre minorenni ed un maggiorenne, e alcuni di loro sono gli stessi che, come accertato in un’altra indagine svolta dal locale commissariato, si erano resi protagonisti anche di due altre aggressioni. Quella della baby-gang dunque non era una trovata mediatica, ma un’amara verità.
 
A supporto della versione del ragazzo aggredito, che è presto diventata denuncia regolarmente sporta dai genitori del giovane, assisiti dall’avvocato Lorenzo Rizzello, ci sono i filmati delle telecamere del distributore automatico nei pressi del quale è avvenuta l’aggressione, visionati attentamente dagli uomini del luogotenente Giuseppe Serio, che testimoniano il pestaggio da parte di più ragazzi sul povero malcapitato.
Il “quartier generale” della cricca di bulli era proprio questo piccolo locale aperto che affaccia su corso Vittorio Emanuele, cuore del centro storico, e che la sera offriva riparo a ragazzini incapaci di impiegare diversamente il loro tempo se non in schiamazzi, urla, danneggiamenti, come già lamentavano i residenti della zona, e, per ultimo, in aggressioni immotivate come nelle più inquietanti trame di Stanley Kubrik.
Secondo quanto emerso dalle indagini, il 14 gennaio scorso il 15enne, intorno alle 18.30 si era recato presso il distributore per prendere uno snack. È sabato pomeriggio e dopo una settimana di studio il giovane, che frequenta un liceo di Gallipoli, si gode un po’ di relax. L’ingresso però gli viene ostacolato da quattro ragazzi che lo minacciano con atteggiamenti da bulli e frasi pronunciate in dialetto. «Non lo sai che per passare devi chiedere prima permesso a noi?», questo il tono delle intimidazioni.

Il povero ragazzo avrebbe fatto di tutto per non attaccare briga, chiedendo persino loro questo “permesso” ma nella logica malata di chi ha già deciso di “divertirsi” con la violenza non basta e il giovane viene circondato con i giovani che, piazzandosi a mò di catena con le braccia incrociate, gli bloccano l’uscita. Il 15enne avrebbe anche provato a chiedere quello stupido “permesso” per la seconda volta, ma non ottiene nulla, allora tenta di divincolarsi, di passare in mezzo ai bulli ed è lì che viene aggredito selvaggiamente con un calcio sulla schiena che lo fa cadere in avanti. Ormai a terra, viene circondato e picchiato con schiaffi in volto e con calci su tutto il corpo. Poi i bulli vanno via e lui viene lasciato lì, dolorante e sanguinante. Nel frattempo lo cerca l’amico con cui quel pomeriggio aveva un appuntamento ed è lui a trovarlo così e a portarlo a casa. I genitori si accorgono subito della gravità della situazione: il figlio presenta ematomi su tutto il corpo, sul volto ma a preoccupare sono soprattutto i rumori insopportabili che sente in un orecchio. Quello al punto di primo intervento di Nardò è allora, quella sera, solo un passaggio rapido perché gli stessi sanitari consigliano il trasporto al “Vito Fazzi” di Lecce dove poi il ragazzino sarà sottoposto a un lungo intervento d’urgenza. Ora il giovane, psicologicamente traumatizzato, nonostante la prima operazione ha ancora un lungo cammino riabilitativo da percorrere e rischia di doversi sottoporre a nuovi interventi chirurgici senza garanzie che possa recuperare a pieno l’udito. I bulli, invece, dovranno rispondere dei reati di lesioni in concorso e violenza in concorso.
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