Artisti della street art a Lecce per realizzare un murales di 260 metri. Domani l'inaugurazione

Artisti della street art a Lecce per realizzare un murales di 260 metri. Domani l'inaugurazione
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Giovedì 23 Giugno 2016, 19:10 - Ultimo aggiornamento: 20:12

Alcuni tra i più qualificati street artists d’Italia hanno lavorato insieme, per una settimana, per far diventare quella striscia di cemento di 260 metri uno dei murales più lunghi del Paese. Ora il murales è finito, e domani sera alle 20.45, sempre al quartiere Stadio di Lecce e sempre accanto alla chiesa di San Giovanni Battista - di cui domani si celebra la festa che coincide anche con i cento anni della parrocchia e i dieci anni dalla consacrazione dell’edificio sacro di via Novara (alle 20 la Messa) - l’opera verrà ufficialmente inaugurata alla presenza dell’Arcivescovo di Lecce, Domenico Umberto D’Ambrosio. Che ascolterà dalla viva voce di Rosanna Lerede, docente presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce – partner del progetto con il Comune – i particolari della realizzazione e le caratteristiche artistiche del murales (a seguire momenti ricreativi e musicali).
 

 

Titolo del progetto, “Il muro che unisce- An urban art project”,  promosso dalla comunità parrocchiale di San Giovanni Battista, attiva nel quartiere Stadio; a dargli sostanza, nei giorni scorsi, una nutrita schiera di artistiprovenienti da tutta Italia: Dado – il coordinatore artistico - Kerotoo, Fenix Asar, Peeta, Made, Cheone, Crea, Corn 79, Etnik, Cekos Art, Camardo e Davide.
 
Obiettivo dell’iniziativa, infatti, la valorizzazione dell'intero complesso architettonico di via Novara come esempio di architettura nazionale e internazionale, riaffermando il suo alto livello qualitativo ed estetico attraverso l'invito alla collaborazione di artisti dalla confermata esperienza nel linguaggio tecnico-espressivo dell'Urban Art. Il complesso parrocchiale in questione è infatti attualmente considerato tra le opere d'architettura e d’arte contemporanea più significative del Salento,non solo per la presenza di opere realizzate da artisti internazionali come Mimmo Paladino e Armando Marrocco, ma soprattutto per la rappresentazione e il risultato d’insieme che gli architetti Franco Purini e Laura Thermessono riusciti a ottenere da unastruttura che, perfettamente inserita nel territorio parrocchiale, definisce nella sua globalità un’architettura capace di costruirsi come “totalità”, dunque a sintetizzare perfettamente l’istanza di coesione virtuosa verso cui tendere. Rappresentando peraltro – con le molteplici attività che le ruotano attono - punto di riferimento imprescindibile per la quotidianità del quartiere.
  
Il tema proposto “il muro che unisce” nasce dal sentimento contemporaneo di riqualificazione e valorizzazione delle zone periferiche delle città e si rivolge ad un più esteso programma d'integrazione delle zone urbane ai margini, non più pensate escluse, ma come nuovi luoghi e centri di aggregazione e condivisione sociale, con strutture ricettive collettive e con un aggiunto valore estetico.
 

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