Minelli: «Quel progetto rimane lo scopo della mia vita»

Mauro Minelli, ex direttore Imid
Mauro Minelli, ex direttore Imid
di Valeria BLANCO
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Giovedì 22 Settembre 2016, 22:00 - Ultimo aggiornamento: 23 Settembre, 13:00
 Archiviazione. La parola suona come un unguento lenitivo sia per Mauro Minelli, specialista in immunologia clinica ed allergologia, e per la sua famiglia: moglie e tre figli che negli ultimi tre anni hanno attraversato l’inferno. Un inferno fatto di un’immagine offuscata dai dubbi e da accuse pesanti, come quelle di truffa e peculato.
A quasi tre anni di distanza da quando per la prima volta i Nas entrarono nel centro Imid di Campi, di cui Minelli era a capo, l’immagine del medico - che venne sospeso dall’Ordine, si licenziò dalla Asl e dovette cambiare regione - con questa archiviazione è stata completamente riabilitata.
Il dottore Minelli è sollevato. «La soddisfazione è indubbia - racconta - perché si è finalmente solidificata una speranza a lungo covata. Ho grandissima stima per il lavoro straordinario della magistratura e dei miei due avvocati, Anna Centonze e Giuseppe Terragno. So che è stato un lavoro complesso, che si è sviluppato attraverso indagini piuttosto lunghe, condotte in tutta Italia».
 
A guardare indietro, però, il rammarico - seppur mitigato dalla recente archiviazione, rimane. «Mi sono sentito definito speculatore e truffatore rispetto a un protocollo che era stato validato con delibere ufficiali. Le decisioni collegiali dell’Ordine dei medici hanno realizzato la mia sospensione dall’Ordine per un mese, e su questo si esprimerà la Cassazione. Ho dovuto lasciare il mio posto di lavoro e casa mia, chiedere ospitalità presso un altro Ordine dei medici a Tramutola, in provincia di Potenza, e ritornare nel Salento solo nel week-end. Ho dovuto, faticosamente, ricostruire una vita professionale che era stata compromessa del tutto. Non è stato facile».
Ora, però, si mette un punto a una situazione drammatica. «Sono felice per una riabilitazione civica che possa dare un minimo di serenità alla mia famiglia: ho tre figli attorno a cui ha gravitato un’aria pesante, con l’ipotesi che si fosse utilizzato un procedimento parascientifico solo per imbrogliare la gente».
Adesso si riparte. «Sebbene mi sia licenziato dalla Asl, il progetto ideale dei quello che era il centro Imid rimane il principale obiettivo della mia vita. Ora so che devo ripartire. In che modo ancora non lo so, ma il percorso è quello ed è già iniziato».

 
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