Pericoloso per gli amministratori del Comune di Gallipoli. Pericoloso viene considerato quello Stefano Della Rocca arrestato la tarda serata del 14 maggio con l'accusa di avere minacciato di morte e di avere cercato di estorcere una casa popolare al sindaco Stefano Minerva ed al consigliere di maggioranza Giancarlo Padovano. Lo sostiene la Procura di Lecce con l'appello depositato al Tribunale del Riesame dal pubblico ministero Luigi Mastroniani, per chiedere il ripristino della misura cautelare in carcere e, in subordine ai domiciliari, nonché la sospensione del reddito di cittadinanza. Perché, e fino ad ora non era emerso, Stefano Della Rocca percepisca il reddito di cittadinanza non avendo un lavoro stabile.
Segue, dunque, le dinamiche processuali il caso che vede valutazioni diverse sulla pericolosità dell'uomo che nel corso dell'interrogatorio di convalida ha sostenuto di avere chiesto un lavoro e non una casa e che la rabbia sarebbe stata scatenata dall'eccesso di alcolici ma anche dalla risposta che il sindaco Minerva gli avrebbe dato: il lavoro chiedilo a chi hai dato il voto.
La giudice per le indagini preliminari, Alessandra Sermarini, ha rigettato la richiesta di mantenere in carcere Della Rocca per applicare la misura più blanda del divieto di avvicinamento ai due amministratori.
«Uno scarafaggio non lo uccido, uccido le persone come voi», una delle frasi che era costata a Della Rocca l'arresto per le ipotesi di reato di violenza o minaccia ad un corpo politico, amministrativo o giudiziario, nonché di tentata estorsione. È difeso dagli avvocati Carlo Gervasi e Fabio Vincenti.
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