Lo zucchero? Parla dialetto: è la trovata di un insolito sponsor

Le bustine in circolazione a Leverano
Le bustine in circolazione a Leverano
di Fabiana PACELLA
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Giovedì 28 Luglio 2016, 08:46 - Ultimo aggiornamento: 12:42
A Leverano non si versa il vino ma “si bbucca lu mieru”, come ricorda la tradizione vernacolare più antica. E ancora: qui non si lavora, ma “si butta lu sangu”. E che dire del momento in cui il caffè è pronto? La frase magica è “Aggiu misa la moka”.
Se fosse necessario un corso - o anche semplicemente una ripassata del dialetto di casa nostra - ci pensano le pompe funebri. Che buttata giù così, sembra un’accozzaglia di pensieri senza senso. Ma il bandolo della matassa si trova non appena si varca la soglia della Antonaci Sas, che ha sede a Leverano ed è specializzata in servizi funebri. Col trapasso non si scherza, per carità, guai a farne questione da motteggi, parrebbe indelicato, ma l’ospitalità “made in Salento” non conosce confini e può rendere più dolce anche i momenti più difficili. Così l’agenzia ha creato le proprie bustine di zucchero personalizzate che offre insieme al caffè ai clienti o agli amici che passano per affari o per un saluto.
Una serie di espressioni dialettali tipiche di Leverano, modi di dire, piccoli proverbi, frasi popolari cult, compaiono infatti sul retro delle bustine di zucchero personalizzate dell’agenzia. Non un gadget, ma un degno accompagnamento del caffè che si può gustare non solo per stringere affari o prenotare l'ultimo viaggio per il caro estinto, ma anche mentre si fanno quattro chiacchiere tra amici o vicini di attività, come suole farsi in terra salentina. Ed è già corsa per accaparrarsi un esemplare di ogni bustina con le frasi più disparate.
Fino a qualche tempo eravamo abituati a penne, calendari, agende e altri oggettini personalizzati, gadget che recavano in bella vista i più disparati servizi offerti dalle agenzie di pompe funebri. E va da sé che più di qualcuno, specie se scaramantico, le abbandonasse in qualche scatolone per tenere lontano il più possibile il pensiero della fine.
Poi venne la stagione del portachiavi con le bare in miniatura, quasi un oggetto da collezione per alcuni, ironico al punto giusto, anche se gli scongiuri "discreti", con le corna ben nascoste nella tasca dei pantaloni non mancavano neanche là.
Stavolta, però, più che alla mission dell'azienda, si è puntato al momento del convivio, a quel profumo inconfondibile che sprigiona il caffè attorno al quale si coltivano amicizie, si disperdono chiacchiere e perché no?, si stringono affari - anche quelli meno allegri -. E nell'istante in cui si mette mano allo zucchero, memento: sorridere sempre, rivisitando un antico detto in latino.
 
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