Lo strazio degli amici: «Ciao angelo sorridente»

Lo strazio degli amici: «Ciao angelo sorridente»
di di Maria DE GIOVANNI e Fernando DURANTE
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Sabato 3 Dicembre 2016, 08:15 - Ultimo aggiornamento: 13:04

Borgagne è in lutto. La piazza, solitamente vivace, è caduta in un silenzio surreale. Incredulità, sgomento e disperazione fra i tanti amici di Giacomo D’Aurelio che si aggirano ancora increduli intorno alla sua casa di via Conciliazione, di fronte al centrale bar Petraroli. Attendono il ritorno del loro amico e preparano l'ultima, dolorosa accoglienza.
Figlio di Antonio, dipendente di una cooperativa agricola, e di Orietta Mariano, una insegnante elementare, Giacomo era il maggiore di tre figli. Arianna è più piccola di qualche anno e poi c’è un fratellino di soli sette anni. Della giovane vittima, il giudizio dei compaesani è unanime: il classico bravo ragazzo, dai sani valori, pieno di voglia di vivere, sempre con il sorriso stampato sul volto, nonostante le difficoltà che la vita potesse presentare. Aveva frequentato l'Istituto Commerciale di Martano. Poi Giacomo aveva abbandonato gli studi per cercare un lavoro. Lo aveva trovato a Martano. «Era contento, voleva fare il pizzaiolo», dicono gli amici.
La notizia dell’incidente e della morte del 22enne, conosciuto da tutti, ha svegliato il paese.
«Era un ragazzo come tanti, brava gente, lui e la sua famiglia», commentano in paese. Ma non c’è molta voglia di parlare.
Giacomo era un ragazzo dai sani principi, attaccato alla vita. Qualcuno ricorda il messaggio che aveva lasciato sul suo profilo Facebook il giorno di San Martino, in cui invitava alla prudenza alla guida: «Oggi è San Martino, un giorno speciale perché si sta in compagnia e si beve del buon vino. Io non so se riuscirò a festeggiarlo perché probabilmente tornerò tardi dal lavoro, però voglio dire a tutti una cosa importante: anche se vi sentite dei piloti esperti ma non lo siete evitate di bere tanto e guidare perché San Martino può trasformarsi in San Raffaele (il famoso ospedale milanese ndr)».
Anche nella vicina Melendugno, di cui il paese è frazione, il dolore per una morte imprevista e tragica è palpabile. Tanta gente conosce la famiglia ed il ragazzo. Il sindaco Marco Potì esprime la sua vicinanza alla famiglia ed al paese. La salma del giovane non è ancora stata riconsegnata alla famiglia, in attesa che il medico legale effettui l’ispezione cadaverica. Dopo questo passaggio dovuto, si potranno svolgere i funerali.
Intanto, su Facebook, i messaggi di crdoglio si moltiplicano di minuto in minuto. Tra tutti, quello della sorella Arianna che si chiede: «Giacomo, dove sei? Torna a casa». «Più di tutto mancherà entrare in cucina e non sentire la tua stranissima e bellissima risata che metteva sempre allegria a tutti», scrive la collega Jada. «Non sembra vero che non ci sei più. Riposa in pace amico mio», scrive Daniele. E poi sono in tanti a chiamare Giacomo “angelo” e ad augurarsi di avere la sua protezione da lassù.

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