Licenziamenti Alba Service, a rischio 130 famiglie. I lavoratori bloccano via XXV luglio

Licenziamenti Alba Service, a rischio 130 famiglie. I lavoratori bloccano via XXV luglio
4 Minuti di Lettura
- Ultimo aggiornamento: 8 Febbraio, 11:16

Via ai licenziamenti per i dipendenti di Alba Service, la società partecipata della Provincia. I lavoratori questa mattina si sono riuniti in presidio davanti alla prefettura e hanno bloccato la circolazione stradale su via XXV luglio, con grave disagio per gli automobilisti.

I fatti:
«Alba Service non è mai stata un carrozzone clientelare: le istituzioni si facciano carico del dramma di 130 lavoratori, rinviino i licenziamenti e convochino subito un tavolo di crisi». A poche ore dall’apertura della procedura collettiva di licenziamento, i 130 dipendenti della società partecipata della Provincia lanciano un ultimo, disperato appello alle istituzioni. E per questa mattina, in prefettura, è annunciato un sit. Tutti in strada per la protesta.
Nella giornata di sabato è partita una lettera aperta al viceministro allo Sviluppo economico Teresa Bellanova, al prefetto Claudio Palomba, al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ma anche agli assessori regionali Loredana Capone, Sebastiano Leo e Salvatore Negro oltre che al numero uno di Palazzo dei Celestini, Antonio Gabellone.
 
Una missiva sottoscritta da tutti i dipendenti del settore servizi sociali e del settore manutenzione strade e scuole: i lavoratori a rischio licenziamento - 7 le mensilità che non vengono loro pagate - difendono l’utilità sociale dei servizi svolti e il diritto a mantenere garanzie occupazionali. «Nei servizi e nei progetti che abbiamo portato avanti nel corso di questi anni abbiamo profuso la nostra professionalità, il nostro impegno e il nostro cuore – ricordano i lavoratori ai rappresentanti occupazionali - e la nostra società non è stata uno dei tanti carrozzoni clientelari ma un’azienda efficiente e fino a pochissimi anni fa produttrice di utili che riversava essa all’ente proprietario».

Seppure i dipendenti riconoscano che alla base della crisi che ha investito Alba Service vi siano i tagli alla Provincia e la rimodulazione delle competenze imposti dalla riforma Delrio, ciò che non riescono ad accettare è il fatto che a farne le spese «siano le ultime ruote del carro, i più deboli e indifesi, e cioè i lavoratori e le loro famiglie. Ed è quello che purtroppo sta accadendo». Alla drastica riduzione dei servizi e delle attività, da settembre i dipendenti hanno dovuto fare i conti con il blocco degli stipendi. «Abbiamo atteso pazientemente soluzioni che purtroppo non arrivavano e anzi apparivano prendere la forma di uno scaricabarile penoso e inconcludente – attaccano i lavoratori di Alba Service – e nonostante la costituzione di un tavolo permanente coordinato dal prefetto tra i vari enti cointeressati e le organizzazioni sindacali dei lavoratori, e nonostante la sottoscrizione di un protocollo d’intesa, appena due mesi fa, appare imminente l’apertura delle procedure di licenziamento collettivo per i 130 dipendenti».

Ipotesi che si concretizzerà già questa mattina con l’apertura dell’iter da parte del commissario liquidatore Mauro Spagnulo, così come previsto per legge. Né i dipendenti Alba Service possono contare su ammortizzatori sociali in grado di tutelare la forza lavoro della partecipata. «L’avvio di questa procedura sarebbe davvero una sciagura per i lavoratori e le moltissime famiglie con figli piccoli e adolescenti, in un contesto nel quale la crisi occupazionale è ancora virulenta e quindi quasi impossibili ricollocazioni sul mercato del lavoro. A giusto titolo si potrebbe usare la triste espressione gettare le persone in mezzo ad una strada, perché di fatto così sarebbe per 130 famiglie».

Per questo ora chiedono uno “scatto di reni” alle istituzioni. «Eccellenze, onorevoli, presidenti, amministratori – si legge nell’appello - ogni posto di lavoro perduto è un dramma individuale e collettivo. Vi chiediamo di farvi carico della nostra situazione, agendo per la revoca o, in subordine, per il rinvio della procedura di licenziamento, e di favorire la convocazione del tavolo di crisi». Istanza che anche i sindacati torneranno a fare presente questa mattina al Palomba nell’ambito di una riunione convocata per le 11 in Prefettura.
P.Col.

© RIPRODUZIONE RISERVATA