Tap, i ristori per il Salento. Vertice in Provincia: primo confronto tra i sindaci

Tap, i ristori per il Salento. Vertice in Provincia: primo confronto tra i sindaci
di Mauro BORTONE
3 Minuti di Lettura
Lunedì 23 Ottobre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 11:37
Il futuro del Salento, nella lunga e controversa partita sul gasdotto Tap, si gioca tra Roma e Lecce. Nella Capitale, oggi si terrà la conferenza dei servizi che discute del progetto nella parte relativa all’allaccio alla rete Snam: in quella sede, coi rappresentanti del governo e le società, ci saranno anche la Regione Puglia e i Comuni interessati per presentare le proprie controdeduzioni ed esprimere contrarietà all’opera.
In contemporanea, a Lecce, si riunisce l’assemblea allargata dei sindaci, dopo che tredici di loro avevano sollecitato e ottenuto di prendere parte al tavolo interistituzionale della settimana scorsa col governo, le società proponenti e le parti sociali: all’incontro, che si terrà nella sede della Provincia, parteciperanno il numero uno di Palazzo dei Celestini, Antonio Gabellone, che ha guidato la delegazione ammessa al vertice romano, il prefetto Claudio Palomba, che era stato indicato dagli amministratori come il mediatore per accedere al tavolo, e quanti tra gli amministratori delle municipalità salentine intenderanno presenziare. Incerto il numero delle adesioni all’invito, ma non mancheranno i nove firmatari della nota da cui era partita la richiesta di dialogo col governo (Andrano, Castro, Diso, Maglie, Ortelle, Poggiardo, Santa Cesarea Terme, Spongano, Trepuzzi), e i quattro aggiuntisi nella prima riunione (Gagliano del Capo, Squinzao, Caprarica e Giuggianello); non ci saranno i primi cittadini, partiti per Roma (Melendugno, Castrì, Lecce, Lizzanello, Surbo, Vernole).
Da Roma Gabellone e i due sindaci che lo hanno accompagnato, Mario Accoto e Giuseppe Taurino, sono tornati con la certezza che il governo non riaprirà alcuna concertazione sul gasdotto: c’è, però, disponibilità a trattare sulla cosiddetta “vertenza Salento”, tanto che il Ministro per la Coesione del territorio, Claudio De Vincenti, si è detto pronto a un tavolo tematico, a Lecce, nella prima settimana di novembre, sulle problematiche ambientali che attanagliano il territorio per valutare soluzioni condivise. Quindi, i sindaci sono chiamati a ragionare sull’opportunità di continuare l’interlocuzione “sacrificando” la contrarietà al gasdotto per spendersi su battaglie come xylella, trivellazioni e decarbonizzazione.
 
«Riporteremo ai sindaci le notizie acquisite – precisa Gabellone - e capiremo insieme le considerazioni da fare. Personalmente ho avuto informazioni che non conoscevo, ovvero che il governo va avanti su Tap: il ministro De Vincenti e la viceministra Bellanova hanno chiarito esistono accordi internazionali da rispettare, che il gasdotto è un’opera strategica da realizzare e che il sito di approdo non è modificabile. È evidente che chi come noi sperava di trovare una soluzione diversa, mettendo da parte il muro contro muro, è rimasto deluso». «Mentre qui si mette ancora in discussione l’opera o il sito di approdo – prosegue, non celando una certa amarezza -, il governo ritiene questi passaggi già superati e discute di investimenti con Tap e Snam, assieme a Confindustria Puglia e alle parti sociali».
«Tra l’altro – afferma -, in quella sede, ho sentito parlare di investimenti generici in tutta la regione: non vorrei che qualcuno favorendo l’assenza da quel tavolo voglia facilitare il dirottamento di risorse in altre zone che non siano il Salento, che subisce l’opera».
Tocca, dunque, ai sindaci scegliere sapendo, però, che andare avanti col tavolo interistituzionale significherà palesare lo strappo nel fronte “No Tap”, quanto meno sulle strategie future. Il segnale, in tal senso, arriva proprio da Melendugno, dove sabato mattina il Consiglio comunale ha votato all’unanimità l’ennesima contrarietà al progetto, interpretando la volontà della comunità locale e ribadendo l’inutilità di Tap.
Un voto in linea con la Regione Puglia e altri sette comuni (Castrì, Vernole, Lizzanello, Lecce, Surbo, Torchiatolo, San Pietro Vernotico, Brindisi), che arriva proprio ora che – come si legge in una nota del sindaco Marco Potì - «governanti particolarmente interessati e amministratori particolarmente zelanti e premurosi, discutono a Roma così come a Lecce, di possibili compensazioni per mitigare i molteplici impatti di quest’opera» e che non ascolta «il tintinnio delle monete che giunge da Roma» per una «scelta di libertà, di dignità e democrazia». 
© RIPRODUZIONE RISERVATA