Sportello Antiracket, s’indaga per truffa su lavori e incarichi

Sportello Antiracket, s’indaga per truffa su lavori e incarichi
2 Minuti di Lettura
Domenica 23 Ottobre 2016, 08:52 - Ultimo aggiornamento: 21:18
 Lavori di ristrutturazione eseguiti due volte nella sede dello Sportello Antiracket di Lecce? E vero che sarebbe stato chiesto denaro per le pratiche di sostegno economico elaborate per conto delle vittime di usura ed estorsione? E furono fatte forzature per assumere personale? Sono solo alcuni dei temi dell’inchiesta emersa nei giorni scorsi, con le notifiche a 34 indagati della richiesta di proroga delle indagini presentato al giudice per le indagini preliminari, Giovanni Gallo, dai pubblici ministeri Roberta Licci e Massimilianio Carducci.
Quasi cinquanta in tutto gli indagati, perché al centro di questi accertamenti che contestano la truffa aggravata ci sono altri nomi rimasti fuori dalla richiesta di proroga.
 
Avvocati, commercialisti, funzionari, comunali, imprenditori e fornitori di servizi allo Sportello antiracket, sono al momento coinvolti in questa indagine passata nei mesi scorsi alla stessa coppia di magistrati che sta indagando sulle assegnazioni e le occupazioni delle case popolari.
L’una e l’altra erano state avviate dal procuratore aggiunto Antonio De Donno e passate in seguito di mano dopo aver assunto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia. Restano in realtà, sul tavolo dello stesso magistrato, altre due inchieste delicate: quella sul resort di San Cataldo e l’altra sui pass auto falsi.

Intanto per lo Sportello Antiracket i pm Licci e Carducci hanno chiesto sei mesi di proroga per continuare a cercare riscontri alle accuse cadute sulla gestione dello Sportello Antiracket.
E ciò vuol dire che la verità investigativa è ancora lontana e che l’iscrizione dei quasi 50 indagati sia per il momento un atto dovuto per capire e se e quali responsabilità potrebbe avere avuto. Come accade nelle indagini su un paziente morto in ospedale: sul registro degli indagati finiscono tutti i medici. Dal primo all’ultimo che hanno seguito quel paziente.

E’ il caso, ad esempio, degli oltre 130mila euro pagati due volte ad una impresa edile per creare tre sportelli nella sede dell’Antiracket. Una volta dall’associazione e l’altra dal Comune. Questa vicenda ha visto anche l’interessamento della giustizia civile poiché Palazzo Carafa ha chiesto la restituzione del doppio pagamento e l’impresa ha risposto picche sostenendo di aver maturato un credito di oltre 100mila euro con Palazzo Carafa.

E le vittime di usura ed estorsione che si sarebbero rivolte allo Sportello per accedere ai finanziamenti? E’ vero che con una serie di raggiri, per questo si indaga anche per truffa in questo filone, avrebbero fatto versare una parcella? Ci sono alcune denunce. Sia da parte degli imprenditori vessati dagli strozzini e dai criminali, che da professionisti che hanno lavorato nello Sportello Antiracket.
C’è poi il capitolo delle assunzioni: bisogna stabilire se fu data occupazione a persone che, a seguito di condanna, avrebbero dovuto lasciare l’impiego pubblico.
© RIPRODUZIONE RISERVATA