Tolleranza o pugno di ferro? Il Salento si divide sulle spiagge libere dagli ambulanti

Tolleranza o pugno di ferro? Il Salento si divide sulle spiagge libere dagli ambulanti
di Maurizio TARANTINO
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Mercoledì 30 Agosto 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 18:38
Sono divisi i titolari dei lidi salentini: la presenza degli ambulanti tra ombrelloni e asciugamani non è un fenomeno che passa inosservato. Ma quanto denunciato a Gallipoli, con bande di stranieri pronti a minacciare la sopravvivenza stessa degli stabilimenti, non sembra essere ancora la regola. C’è stato un cambiamento radicale nel corso degli anni, con situazioni che, in qualche caso, hanno sfiorato il limite. I gestori sono persuasi che la presenza delle forze dell’ordine sia già un buon deterrente per contrastare le situazioni di illegalità diffuse sulle spiagge. Il lido “Maldive del Salento”, a Pescoluse, agli inizi di agosto era stato oggetto di un’operazione messa a punto dai carabinieri culminata con la denuncia di quattro uomini di nazionalità marocchina. Il titolare Vito Vergine, presidente Sib, dopo aver utilizzato i social per plaudire all’iniziativa, era stato al centro di polemiche per i toni utilizzati: «Segnalo da tempo che c’è bisogno di un maggiore controllo, partire dalle origini del fenomeno. Tutto nasce dalla contraffazione a monte che porta alla vendita ambulante. Per quanto mi riguarda non sono a conoscenza direttamente di situazioni criminali, ma i venditori sono passati da un atteggiamento sottomesso dei primi anni ad un fare aggressivo e minaccioso dei giorni nostri. Anche quando il mese scorso i carabinieri hanno fatto un’azione incisiva di fronte al mio lido, c’è stata una forte strumentalizzazione sui social. Eppure mi riferivo solamente ai bivacchi che ormai sono diventati la regola. Se colpiamo il centro di smistamento, la catena di distribuzione, allora non ci possono essere più attività illegali. Se poi anche i clienti fossero multati dalla Guardia di Finanza, i problemi finirebbero molto velocemente». Vergine è persuaso che tutto ciò nuoccia al turismo di qualità che buona parte degli imprenditori salentini stanno cercando di portare avanti. «In realtà si va indietro, invece di avanzare. È ora di finirla, perché quello che è successo a Gallipoli, domani potrà accadere anche altrove. C’è stato un peggioramento indubbiamente: l’impunità è diventata la regola, e non è facile intervenire. Occorre comprendere che alimentare l’economia illegale procura danni incalcolabili. La società civile dovrebbe mettersi in testa che il risparmio del centesimo è più dannoso, perché avalla l’illegalità, favorendo l’economia sommersa. Ognuno deve fare la sua parte, a maggior ragione l’utente finale. Paradossalmente il problema è maggiormente avvertito dove c’è ordine e spazio. Se non c’è lo spazio, l’abusivo non può passare».
 
Tende a riportare il fenomeno nell’alveo della stagionalità, Mauro Della Valle. Per il presidente di Federbalneari, non ci sono stati inasprimenti rispetto al passato: «Per quanto mi riguarda, sono rimasto sconcertato da questo allarme arrivato il 30 agosto. Con la Prefettura stiamo lavorando da mesi e tavoli con le altre associazioni ne abbiamo avuti diversi. Non è mai emersa una situazione tanto grave come quella denunciata a Gallipoli. Il clima forse è degenerato nella settimana più importante dell’anno, quella di ferragosto, ma sempre come fenomeno temporaneo». Della Valle è consapevole che ci sia un problema alla base, ma il Salento è ancora immune da manifestazioni che in altre Regioni sono diventate croniche: «Il comportamento dei venditori ambulanti procura fastidio agli ospiti che cercano relax sotto gli ombrelloni, questo è noto.
Però abbiamo notizie anche di venditori italiani, camuffati da extracomunitari, pronti a spacciare stupefacenti. Non sta di certo a noi scoprirli, ma le forze dell’ordine, sono state molto presenti, in particolare a Gallipoli. Se però facciamo un bilancio ci accorgiamo che nel Salento, in questa stagione, è accaduto molto poco: basti pensare a quello che sono le notizie di Rimini o di Riccione. In Romagna c’è il Samsara e abbiamo avuto informazioni dirette: sappiamo che in spiaggia la sera non si può restare a causa della criminalità. Il Salento invece ha retto, tranne qualche episodio». L’associazione conta 12 associati a Gallipoli: «Nessuno mi ha segnalato situazioni al limite, ma solo fastidi. Pensiamo a quella che era l’offerta dei lidi tre anni fa: l’ex prefetto Giuliana Perrotta decise di chiudere alle 21 per motivi di ordine pubblico».
A Porto Cesareo opera Tonino Grandioso, titolare delle Dune, che non nasconde i disagi di avere a che fare ogni giorno con stuoli di venditori: «Le lamentele da parte dei clienti dell’albergo ci sono perché c’è un po’ di invadenza. Cerchiamo di allontanarli, sempre con molta diplomazia. Rispetto al passato le cose sono cambiate: prima transitavano con un carrellino, adesso sono delle vere e proprie baracche che a stento passano tra gli ombrelloni. Addirittura poco distante da noi, c’è un insediamento stabile da giugno dove gli ambulanti dormono in tenda. Siamo preoccupati. Speriamo che non succeda quello che hanno segnalato a Gallipoli». Situazione non molto diversa, quella evidenziata da Fabrizio Marzano del Bacino Grande di Porto Cesareo: «Grazie a Dio non abbiamo avuto problemi di minacce o intimidazioni. Può succedere qualche tensione sotto l’ombrellone ma nulla più. Ovviamente, al giorno d’oggi, bisogna avere gli occhi aperti più del consueto. Non sono successe mai cose eclatanti, nonostante gli ambulanti siano molto più diffusi che in passato: anche altri colleghi non mi hanno raccontato di episodi gravi, ma dobbiamo stare attenti». Dall’altra parte della costa, a Torre dell’Orso, il titolare dell’Orsetta, Luciano Montinaro, è sicuro che molto sia dipeso dall’intensa attività delle forze dell’ordine: «I carabinieri non sono mai mancati di passare, limitando di certo l’attività degli ambulanti. Di certo il problema non è stato stroncato alla base, perché nonostante le multe i venditori sono tornati. Il quadro è però al limite della legalità e non è detto che in futuro non possa degenerare».
Poco più a sud, al lido Acqua Chiara degli Alimini, la stagione è trascorsa tranquilla. Lo conferma il gestore Salvatore Bellisario: «Sinceramente non avviamo avuto particolari fastidi in questa zona. C’è una presenza importante degli ambulanti, ma senza eccessi. È un fatto che accade ogni anno, basterebbe applicare le ordinanze che vietano il commercio sulle spiagge. Le forze dell’ordine vigilano, sia in borghese che in divisa. A noi esercenti è chiesto di rispettare ogni virgola, lo stesso sistema dovrebbe essere applicato ai venditori sulle spiagge».
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