Docenti in guerra: 300 della primaria mandati al Nord

Docenti in guerra: 300 della primaria mandati al Nord
di Maddalena MONGIO'
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Sabato 30 Luglio 2016, 09:06 - Ultimo aggiornamento: 14:18
È bagarre nella scuola. Ieri sono stati pubblicati i movimenti della fase nazionale degli insegnanti della scuola primaria e l’altro ieri, invece, per errori materiali, è stata revocata la graduatoria dei trasferimenti nella scuola dell’infanzia pubblicata dall’Ufficio Scolastico Provinciale (Usp).
In pratica i docenti che avevano beneficiato del trasferimento erano troppi rispetto ai posti disponibili. Ma, al netto di errori materiali, l’oggetto del contendere è legato alla presa di servizio.
 
Per i prof immessi in ruolo lo scorso anno con la fase B e C del Piano straordinario di assunzioni previsto dalla “Buona scuola” c’è lo spauracchio del trasferimento fuori regione. In sintesi, il prossimo anno scolastico, se non otterranno il trasferimento o un’assegnazione provvisoria, dovranno fare le valigie (malvolentieri) per andare a prendere servizio nelle sedi che gli sono state assegnate al momento dell’immissione in ruolo. Si tratta di 800 docenti salentini che sperano in una soluzione utile a farli rimanere qui. E sull’altra faccia della medaglia c’è la preoccupazione dei precari inseriti nelle Gae (Graduatorie A Esaurimento) che vedono la permanenza in regione dei neo assunti come un pericolo per la loro possibilità di assunzione.

Questo il pentolone in ebollizione. E Roberto Calienno, segretario generale della Cisl scuola di Puglia e Basilicata, a latere della pubblicazione degli elenchi della scuola primaria, sbotta in un: «L’avevamo detto».
I dati parlano da soli. Dei 2.486 docenti pugliesi immessi in ruolo (della primaria) con la “Buona scuola” solo 1.273 (il 50 per cento del totale) hanno trovato posto in Puglia: a Lecce 257 su 553, va meglio ai baresi (su 846 ne restano a casa 507), ma anche nelle altre province è de profundis. A Brindisi 111 su 256; Foggia 218 su 518; ; Taranto 180 su 311. In Emilia Romagna andranno 273 docenti della primaria, 250 in Veneto e 296 in Lombardia. Poco più di 100 nel Lazio e poco meno di 100 nelle Marche. 

«Centinaia di famiglie - afferma Calienno - si vedono costrette a cercare casa altrove e devono fare i conti con un aggravio economico di non poco conto. A questo si aggiunge anche una balorda guerra tra poveri. Infatti molti posti della provincia di Brindisi sono stati occupati dai docenti di Lecce così come molti posti della provincia di Taranto sono stati occupati da docenti provenienti dalla Calabria».

«Non erano queste le premesse e le promesse fatte agli onesti e competenti insegnanti - tuona Calienno -: la politica nazionale e regionale non può e non deve ignorare le istanze di tanti onesti lavoratori. Ma la Cisl Scuola ritiene che anche l'amministrazione debba farsi carico del problema. In un Paese moderno l'amministrazione ha il dovere di tutelare i propri lavoratori che prima di essere tali sono onesti cittadini. Occorre ora individuare tutte le strategie per garantire un doveroso avvicinamento».
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