A Lecce, in particolare, la giornata di astensione dal lavoro si inserisce in una situazione già tesa fra la stazione appaltante, cioè il Comune, e l’azienda che si occupa di spazzamento e raccolta domiciliare dei rifiuti. E non è nemmeno la prima volta che i circa 200 operai dichiarano lo sciopero: l’anno scorso, in primavera, si fermarono per due giorni sollevando una serie di contestazioni.
La comunicazione dello sciopero è stata inviata
Liti giudiziarie e sciopero, arrivano però in un momento in cui la città, lentamente, ha visto aumentare il volume di rifiuti differenziati, arrivato a sfiorare il 50% e l’amministrazione, con l’assessorato all’Ambiente, comincia a pensare al varo di una “tariffa intelligente”, tarata sulle effettive produzione di rifiuti e capacità di differenziare di famiglie e imprese.
Per il momento, la raccolta è ferma al 48,53%: un risultato comunque importante, visto che nel 2015 - quando Monteco avviò effettivamente il servizio “porta a porta” - Lecce era ferma a poco più del 17%.E da migliorare non ci sarà, nei prossimi mesi, soltanto la percentuale di differenziata, ma anche la capacità di riscossione dell’ente. La sacca di evasione della Tari, infatti, si attesa intorno al 20-25% delle entrate previste. Un’enormità e un danno sostanzioso non soltanto alle casse dell’ente, ma anche al decoro della città visto che chi, non avendo pagato la Tari, non ha ritirato il kit per la differenziata, si libera della propria immondizia abbandonandola dove capita.
Da cambiare e migliorare, insomma, c’è ancora tanto e la strada, per l’amministrazione Salvemini, sarà tutta in salita.