Sosta selvaggia sul litorale: un vertice in prefettura

Sosta selvaggia sul litorale: un vertice in prefettura
di Francesca SOZZO
5 Minuti di Lettura
Giovedì 28 Luglio 2016, 10:12 - Ultimo aggiornamento: 13:19

Non è in perfetto stato di salute, ma ci si avvicina tanto. La costa che ricade nell’agro del comune di Melendungo dopo due anni di impegno da parte dell’amministrazione comunale e soldi spesi - provenienti dalle multe del codice stradale - è per la maggior parte libera dalle auto. Frutto dei divieti posti dalla Capitaneria di Porto di Otranto che due anni fa limitato, non solo la balneazione in alcune zone, ma anche il transito e la sosta sulla falesia. Zona ad alto rischio geomorfologico quella delle marine di Melendugno e per questo piena di divieti nella maggior parte dei 17 chilometri di costa.
Le zone più critiche sono quelle di Torre Specchia (agro di Vernole) e a nord di San Foca nel tratto in cui insistono la maggior parte degli stabilimenti balneari. Il parcheggio delle auto in riva al mare è possibile immediatamente prima della Torre, oggi off limits grazie ai divieti. Si parcheggia davanti alle piccole calette: ci sono camper e auto dei bagnanti a due metri dal mare. Anzi giusto il tempo di scendere sulla spiaggia già in costume da bagno senza fare traversate sotto il solleone. Più comodo di così.

 

 


 
Proseguendo sulla litoranea il divieto di sosta e la segnaletica che indica la pericolosità geomorfologica la fanno da padrone. L’amministrazione comunale ha provveduto non solo ad installare la segnaletica ma anche ad installare le staccionate in legno che impediscono l’accesso alle auto, costrette a parcheggiare però lungo la strada principale. Le auto ricompaiono all’altezza del villaggio Adriatico, in uno slargo a sinistra - in direzione di marica - dove anche esiste il cartello di divieto di transito e sosta e di campeggio nella zona - Il costone è delimitato da “panettoni” di cemento sistemati a pochi metri dalla costa, ma le auto ci sono soprattutto in una giornata di tramontanella come quella di ieri in cui si va alla ricerca di baie un po’ più riparate dal vento.

Il viaggio procede spedito fino all’altezza del Lido San Basilio, in territorio di San Foca marina di Melendugno, che possiere un’area di sosta - privata - in cui lasciare le auto. L’accesso è ne segnalato sulla strada in entrambe le direzioni di marcia: area di sosta libera, basta addentrarsi tra la vegetazione per arrivare sulla falesia. L’area è controllata da telecamere di sorveglianza ed è tra quelle inserite in zona di pericolosità geomorfologica. A pochi metri un’altra aera, nei pressi del lido Cocojambo, è nella stessa situazione, entrando si trovano dei “panettoni” gialli che dovrebbero limitare lo spazio per evitare di arrivare a ridosso della parete della falesia.
«Abbiamo fatto un grande lavoro - spiega il sindaco di Melendungo Marco Potì - Stiamo cercando di arginare questa pessima abitudine di parcheggiare a ridosso delle coste e delle spiagge», commenta. E il rislutato appunto è che su 17 chilometri di litorale, la maggior parte è libero da auto grazie agli ostacoli posizionati dall’amministrazione comunale.

«Ma soffriamo - ammette il primo cittadino - tra la zona a nord di San Foca e il lido San Basilio e Torre Specchia. In quel tratto da un lato abbimo la pineta e dall’altro la costa in cui non si può parcheggiare e le auto vengono lasciate lungo la provinciale creando situazioni di pericolo anche per le persone. Stiamo cercando di dissuadere il parcheggio e almeno nei periodi di maggiore affluenza lasciare un lato della carreggiata sgombra in modo da consentire il passaggio delle auto nei due sensi di marcia e soprattutto il passaggio di mezzi di soccorso». E infatti ieri mattina una pattuaglia della municipale era al lavoro sulla costa ed ha elevato anche qualche multa nelle automobili parcheggiate sulla statale anche in maniera abbastanza imprudente a ridosso delle curve. Tre invece le aree private che confinano con il demanio «e che sono lasciate al libero parcheggio - spiega il sindaco Potì - ma che, voglio chiarirlo, non sono parcheggi autorizzati. Abbiamo già informato la Prefettura e i carabienieri di questo». Situazione da tenere sotto controllo dunque anche perché in caso di crollo «la responsabilità è ovviamente dei proprietari», chiarisce il sindaco. La speranza è che almeno di rispettino i limiti di allontamento di almeno dieci metri dalla costa e di cinque dalla pineta. «In ogni caso sulle due zone esiste il divieto di balneazione ai piedi della falesia e sono a rischio di pericolosità geomorfologica».

L’impegno da parte dell’amministrazione prosegue anche nell’identificazione di aree lontane dalla costa che possano essere trasformate in parcheggi e che siano poi collegate con la costa attraverso dei bus navetta. «Un privato lo ha già fatto a San Foca - ha aggiunto Potì - l’area si trova sulla circonvallazione, si lascia l’auto a tre euro al giorno e poi una navetta, anche a chiamata accompagna i bagnanti negli stabilimenti balneari qualunque essi siano».
Una speranza nella soluzione del problema parcheggi non solo nella zona ma su tutta la costa salentina, sta nel «protocollo d’intesa che firmeremo lunedì mattina in Prefettura a Lecce - conclude Potì - a cui prenderanno parte i comuni costieri, le associazioni di categoria, i balneari e le forze dell’ordine sull’abusivismo commerciale sulle spiagge e sul fenomeno dei parcheggi abusivi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA