Batosta del Consiglio di Stato: «Tariffe rifiuti non adeguate, i Comuni paghino 25 milioni»

Batosta del Consiglio di Stato: «Tariffe rifiuti non adeguate, i Comuni paghino 25 milioni»
di Paola COLACI
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Giovedì 27 Ottobre 2016, 09:05 - Ultimo aggiornamento: 13:57
Smaltimento dei rifiuti in discarica, batosta da 25 milioni di euro per i Comuni salentini. Il Consiglio di Stato boccia definitivamente la tesi dell'Ato della provincia di Lecce e conferma l'aumento delle tariffe di conferimento dei rifiuti negli impianti della Progetto Ambiente. Le amministrazioni comunali dovranno pagare subito alla società costituta dalla Cisa di Massafra, che fa capo all'imprenditore dei rifiuti Antonio Albanese e all'azienda Marcegaglia gli arretrati accumulati dal 2009 a oggi. Un conto complessivo da 25 milioni di euro da saldare immediatamente e senza alcuna possibilità di raetizzazione. E già si teme che le casse comunali di numerose amministrazioni non reggano il peso dei debiti, con il rischio di default.
 
La sentenza del Consiglio di Stato pubblicata ieri mette la parola fine all'annosa battaglia di carte bollate sull'adeguamento delle tariffe cominciata tra l'Ato e la Progetto Ambiente circa dieci anni fa. Nell'aprile del 2006, infatti, il Commissario Delegato per l'emergenza ambientale in Puglia affidò alla società Progetto Ambiente Provincia di Lecce la gestione dell'impianto di produzione di Cdr a servizio dell'intero Salento, previa realizzazione dello stesso, per un periodo di 15 anni decorrente dalla sua entrata in funzione. I rifiuti smaltiti nel biostabilizzatore all'azienda sarebbero costati 55 a tonnellata. Per la frazione secca, invece, i costi ammontavano a 73 euro. A causa di alcuni contenziosi sull'esito della gara e del ritardo nel rilascio delle autorizzazioni ambientali, tuttavia, l'impianto entrò in esercizio solo tre anni dopo: a marzo del 2009. E sin da subito la società evidenziò che la tariffa offerta in sede di gara nel 2004 era già inadeguata. Secondo la Progetto Ambiente, che si rivolse  all'avvocato Luigi Quinto per tutelare i propri interessi, le tariffe per lo smaltimento dei rifiuti andavano adeguate aggiungendo 16 euro in più a tonnellata. Nel luglio del 2009, dunque, la società formalizzò un'istanza all'Ato che andava proprio in questa direzione.

Un mese più tardi la Giunta regionale dell'ex governatore Nichi Vendola nominò il sindaco Paolo Perrone commissario per l'Ato Lecce 1 e per Lecce 2 e 3 l'incarico andò al presidente della Provincia Antonio Gabellone. L'Ato si oppose alle richieste della Progetto Ambiente e la battaglia legale andò avanti sino al 2013 quando il Tar nominò due commissari ad acta per la determinazione della nuova tariffa dei rifiuti. Neppure in questo caso, tuttavia, l'Ato si adeguò alla decisione confermata da sentenze successive del Consiglio di Stato. Anzi. Stabilì autonomamente anche la rateizzazione in tre anni degli arretrati che i Comuni nel frattempo avevano accumulato. Assistita dall'avvocato Gianluigi Pellegrino, l'Ato proposte un giudizio di revocazione al Consiglio di Stato, sostenendo che la consulenza tecnica su cui si fondavano le sentenze era sbagliata.

Tesi respinta dai giudici che hanno stabilito che l'Ato e i Comuni ora devono pagare. Oltre all'importo richiesto dal gestore (25 milioni di euro) ora dovranno farsi carico anche dei danni. Il termine ultimo per il saldo è scaduto lo scorso 28 agosto. E lo stesso Palumbo non sembra intenzionato più a "fare sconti" a nessuno: «Per effetto di queste sentenze, voglio i soldi. Tutti e subito e non sono disponibile alla rateizzazione - ha fatto sapere nelle scorse ore l'imprenditore -. In passato avevo manifestato la mia disponibilità, ma sono fortemente contrariato da atteggiamento che Ato ha avuto in questi anni. Perché ha sempre voluto differire il pagamento, danneggiando la ditta e mettendoci in gravissima difficoltà economico-finanziaria. Abbiamo subìto a causa di questi ritardi una perdita di 4 milioni di euro per ogni anno. E la seconda conseguenza ha messo nei guai tutti i Comuni perché rinviando l'aggiornamento delle tariffe dal 2009 in avanti, ora l'impatto sarà traumatico». 
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