Tutti i big in prima fila: il partito (quasi) compatto

Tutti i big in prima fila: il partito (quasi) compatto
di Alessandra LUPO
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Sabato 10 Settembre 2016, 10:04 - Ultimo aggiornamento: 20:42
Se il referendum sarà o meno un voto sul governo e in questo caso di che voto si tratterà lo si capirà solo tra qualche mese. Ma intanto il gradimento di Matteo Renzi in terra pugliese sembra tutt’altro che appannato dalle tensioni con Michele Emiliano, almeno stando all’istantanea arrivata ieri dal teatro Politeama Greco di Lecce: circa mille posti tra platea e palchetti, dove il premier e segretario nazionale del Pd è stato accolto dalla sala gremita, con tutti i posti a sedere occupati e decine di persone rimaste fuori sotto la pioggia. La manifestazione, che ha colto l’occasione della presenza del premier in Puglia pela Fiera del Levante era organizzata dal comitato salentino del sì al referendum, capitanato dai parlamentari di casa, presenti al completo da Lecce, Brindisi e Taranto, con la sottosegretaria Teresa Bellanova in testa, seguita da Federico Massa, Salvatore Tomaselli, Ludovico Vico, Elisa Mariano, Salvatore Capone, Michele Pelillo, Michele Losacco.

Il fronte parlamentare, non è una novità, appare più che mai compatto in questa fase politica, anche a livello europeo, con Elena Gentile, Paolo De Castro e Andrea Cozzolino in prima fila nel teatro leccese. Ma se l’effetto Renzi strega Camera e Senato, non è da meno quello esercitato a Bari da Michele Emiliano, la cui assenza annunciata com’era previsto ha di limato di parecchio anche l’apporto dei consiglieri in arrivo dall’assise pugliese, con le sole eccezioni di Marco Lacarra, Fabiano Amati, Ruggero Mennea e Sergio Blasi, quest’ultimo ancora in fase riflessiva sul voto. Ed era assente, benché giustificata, anche l’assessore Loredana Capone, impegnata in una difficile vertenza a Bari e ovviamene Ernesto Abaterusso, dalemiano doc e fermo sostenitore del “no” al referendum.

Più nutrita, invece la rappresentanza dei sindaci, numerosi quelli della provincia di Lecce, con la Grecìa salentina in prima fila, ma anche con Gallipoli, nonché dalle province di Taranto e Brindisi, che era presente anche con  il presidente della Provincia Maurizio Bruno. Tuttavia anche dall’area Barese non sono mancati i big decisi a fare gli onori di casa, in assenza del presidente Michele Emiliano, impegnato a limare i suoi argomenti per oggi in Fiera. A Lecce c’erano infatti sia il segretario regionale del partito Lacarra sia il sindaco di Bari, Antonio Decaro. E non è mancato, nonostante la vicinanza politica ad Abaterusso, il segretario provinciale del partito leccese Salvatore Piconese, quello cittadino Fabrizio Marra e tanti alti, tra cui molti di quelli che fino a qualche tempo fa, mesi che sembrano anni luce, venivano definiti “renziani della prima ora” in contrapposizione alla vecchia guardia dalemiana e che ora sono semplicemente partito. Al di là dei politici, comunque, alcune facce note non sono sfuggite nella platea renziana in costante aggiornamento: come Nando Marino, presidente dell’Enel Basket, che alle ultime amministrative fu candidato sindaco di Brindisi proprio su indicazione di Michele Emiliano e che ieri aveva organizzato insieme all’imprenditrice brindisina Rosy Barretta un autobus diretto a Lecce per sostenere le ragioni del sì al referendum. C’erano imprenditori, professionisti, alcuni rappresentanti delle categorie, e pure anche figure storiche del partito e della politica locale, come l’ex senatore Giovanni Pellegrino, segno che la fede nel cambiamento non ha età.

Nel suo discorso-show di circa cinquanta minuti Renzi non ha deluso, anzitutto - come sempre - personalizzando i contenuti. Ha salutato Lecce, “la Firenze del Sud”, scherzando campanilisticamente con chi definisce Firenze la “Lecce del Nord”, si è lanciato in una piccola disquisizione sui pasticciotti. E prima di lanciare una delle sue frecciatine a Massimo D’Alema, «Da queste parti passano presunti esegeti della sinistra», consapevole di trovarsi in uno dei suoi storici fortini, ha anche ricordato la figura di Aldo Moro e poi, nell’inquadrare il ruolo dell’Italia in Europa, la generosità dei pugliesi in materia di accoglienza. Più volte la platea ha applaudito alle sue parole. Alla fine del suo intervento Renzi ha lasciato il Teatro Politeama da un ingresso secondario, lo stesso da cui era entrato beffando i cronisti in attesa. Ma prima di scendere dal palco si è concesso a decine di strette di mano e di selfie con gli spettatori.
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