Lecce, il prof mette 1 ma viene sospeso
Lui trascina il preside in tribunale

di Francesco OLIVA
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Sabato 16 Marzo 2013, 11:58
LECCE - Voti bassi, anzi bassissimi. Come non se ne vedono mai: 0, 1 e in qualche caso persino il voto bizzarro di 3,4. Persino i decimali, quindi. Ad assegnarli un insegnante sicuramente severo e poco propenso a “regalare” la sufficienza.

Secondo molti un docente che con i suoi alunni aveva un rapporto difficile, controverso. E che non andava d’accordo nemmeno con il preside della sua scuola, che lo ha sospeso dall’insegnamento e allontanato dall’Istituto Tecnico Commerciale di Casarano dove prestava servizio per via del suo atteggiamento poco rispettoso delle regole e della disciplina che di una scuola sono le colonne portanti. Sospeso e allontanato, il professore ha deciso di lavare l’onta subita con una denuncia nei confronti del dirigente scolastico ipotizzando le accuse di abuso d’ufficio, omissione di atti d’ufficio e atti persecutori.



Il pubblico ministero Emilio Arnesano ha chiesto l’archiviazione del procedimento a carico del preside 63enne di Supersano (difeso dall’avvocato Anna Maria Ciardo), il cui nome è finito, suo malgrado, sulla scrivania di un magistrato, per le “intemperanze” manifestate dal docente, titolare di materie scientifiche. Il pm ha motivato la richiesta di archiviare il procedimento a carico del preside perché «l’accusa risulta infondata alla luce delle accurate indagini effettuate dalla Digos di Lecce dalle quali non è emerso alcun comportamento di abuso, di omissione e di persecuzione da parte del preside». Il professore, ora in servizio in un altro istituto, ha presentato opposizione tramite l’avvocato Marta Settimo e nella giornata di ieri si è svolta l’udienza, in camera di consiglio, dinanzi al gip Giovanni Gallo.



I fatti risalgono all’anno scolastico 2011-2012 e viaggiano su due binari apparentemente slegati tra loro, (provvedimenti adottati dal preside, denuncia dell’insegnante), ma uniti dalla frustrazione degli alunni, dalle rimostranze dei genitori e dalla successiva ispezione disposta all’interno dell’istituto.

Sin dall’inizio dell’attività scolastica, secondo una dettagliata informativa della Digos, molti genitori avevano manifestato vive preoccupazioni per il presunto insufficiente livello didattico delle lezioni cui partecipavano i loro figli e tenute dal professore che, invece, è di Galatone.



Nonostante le reiterate segnalazioni del preside all’insegnante perché si attenesse al regolamento scolastico, gli attriti tra i due sarebbero proseguiti e sfociati in un episodio quasi grottesco se non fosse per il contesto in cui è avvenuto. Nel corso di un incontro, infatti, il professore sarebbe stato redarguito per il modo scomposto in cui era seduto, con le gambe a cavalcioni e disteso sul termosifone. Atteggiamento che il professore avrebbe mantenuto anche nei mesi successivi, rifiutandosi poi di rispondere alle richieste di spiegazioni e di chiarimenti dei suoi alunni sugli argomenti oggetto di lezione. A fine anno, però, l’insegnante avrebbe inviato al preside una memoria nella quale rimarcava come «nessuno, né tanto meno il dirigente scolastico e i genitori potevano entrare in merito a metodologie e contenuti della disciplina, non avendone, peraltro, neppure le competenze».



Apriti cielo. In un clima ormai da resa dei conti, il 25 giugno scorso il dirigente scolastico ha inflitto al docente la sanzione disciplinare della sospensione dall’insegnamento per due giorni e sollecitato una visita ispettiva. La relazione finale dell’ispezione, contenente le dichiarazioni di alunni e docenti, ha avallato la sanzione disciplinare, un provvedimento che «si poteva ritenere proporzionato in ordine alle gravi trasgressioni comportamentali-professionali del professore». Nell’atto conclusivo, poi, veniva rimarcato un dato su tutti: 114 alunni erano stati proposti dall’insegnante per i debiti scolastici su un totale di 185. Forse, un po’ troppi. Lui, però, così come denunciato, si sarebbe semplicemente rifiutato di soggiacere alla logica del cosiddetto “6 politico” e per la condotta del suo preside avrebbe subito un notevole stato di frustrazione, stress ed angoscia con un crollo verticale del proprio “appeal” sul posto di lavoro e nell’ambiente familiare. Il giudice, nei prossimi giorni, si pronuncerà definitivamente su chi sia “il buono” e “il cattivo” tra professore e preside in questa storia.