La preside "bacchetta" i genitori: «Incapaci di insegnare le regole»

La preside "bacchetta" i genitori: «Incapaci di insegnare le regole»
di Erasmo MARINAZZO
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Martedì 31 Maggio 2016, 11:07 - Ultimo aggiornamento: 1 Giugno, 12:36

Accusa la famiglia di insegnare un sistema di controvalori etici ed educativi. Che vuole dire trasmettere ai figli la cultura del mancato rispetto delle regole e dell’illegalità. Suona come una strigliata la lettera trasmessa a 400 famiglie e che chiosa “con profondo rammarico”, a firma della dirigente della scuola Elementare San Domenico Savio, Addolorata Zingarello. Perché non risparmia critiche ed osservazioni sul comportamento che terrebbero i genitori dei suoi scolari. Anche quelli che per rappresentare le loro rimostranze farebbero ricorso ai titoli professionali, alle referenze, a conoscenze fra l’autorità giudiziaria e la politica. Due pagine fitte, con citazioni e richiami ai principi educativi, che sembrano una risposta indiretta alle affermazioni delle scorse settimane del presidente dell’“Associazione nazionale magistrati” (Anm), Piercamillo Davigo: “Nella scuola non si insegna più l’educazione civica”.

 
Ed invece la professoressa Zingarello sembra ribaltare sui genitori questa affermazione. Questo attacco diretto e senza sconti è figlio di un problema di qualche giorno fa: alle mamme ed ai papà che lasciavano ed andavano a riprendere i bambini da un atrio dell’edificio scolastico, è stato ricordata quella norma che vieta di accedere nell’istituto al suono della campanella. Le reazioni delle famiglie sarebbero state - ricorda la dirigente - ben oltre sopra le righe. I destinatari delle lettere non ci stanno tuttavia: non si riconoscono in quella descrizione di persone senza un briciolo di senso di responsabilità e di rispetto della convivenza nella collettività.

“Ogni giorno in aula i nostri alunni apprendono l’importanza del sapere”, sostiene la professoressa Zingarello in un passaggio di quella lettera. “Del sapere fare. Ma soprattutto, del sapere essere. Saper essere persona civica, consapevole, responsabile di comportamenti corretti e rispettosi, titolare dei diritti e doveri e di obblighi deontologici. Orbene, è oltremodo mortificante e semplicemente impensabile che questo patrimonio di valori e principi, rappresentato dalle persone del mondo professionale della scuola, venga in un momento sconfermato, offeso e vilipeso dall’altro anello fondante della catena educativa: la famiglia. Sembra paradosale, ma gli episodi di “indicibile civiltà” verificatisi in questi giorni nella comunità scolastica della sede di San Domenico Savio, hanno evidenziato quanto sia fragile un sistema educativo che stenta a condividere in alleanza con la scuola, i valori fondanti della legalità e del rispetto delle regole che governano i sistemi sociali”.

E giù l’elenco di quelle che sarebbero state le mancanze e le violazioni delle regole da parte dei genitori: sistematico arrivo in ritardo, senza presentare una giustificazione o firmare un permesso di ingresso. La sponda che offrirebbero mamma e papà a quegli alunni disinteressati all’apprendimento e negligenti. Il deterioramento del linguaggio e la deriva verso l’abuso di violenta e gratuita volgarità”, conseguenze del mancato controllo a casa dell’accesso smodato a tablet, smartphone, computer ed ai social. Fino alla consuetudine di scaricare sul compagno di banco il comportamento richiamato dall’insegnante.

Nel richiamare ancora il rispetto delle regole e della legalità, la dirigente ha ricordato che sia sufficiente praticarle nei gesti e nei comportamenti quotidiani. Ed invece sarebbe accaduto esattamente il contrario: “Cosa avranno imparato in questi giorni i nostri alunni dai genitori trasgressori delle regole, dai genitori che come giovani teppisti, hanno forzato il cancello ed il servizio di vigilanza per affermare, con atto di forza ed arroganza, il loro “presunto diritto” di sostare nel cortile”, gli esempi concreti che hanno dato poi vita alla lettera.

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