Povertà, 1.500 famiglie non hanno da mangiare: «Uno stipendio non basta»

Povertà, 1.500 famiglie non hanno da mangiare: «Uno stipendio non basta»
di Angela NATALE
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Martedì 26 Luglio 2016, 10:47 - Ultimo aggiornamento: 14:16
Sprechi e povertà: facce della stessa medaglia. C’è chi ha troppo, e quel troppo lascia che marcisca in azienda, in frigo o in dispensa prima di gettarlo via nell’immondizia; e c’è chi non ha niente da mettere tra i denti, né farmaci per curarsi. Bollettino di guerra i dati sulla povertà a Lecce e provincia diffusi ieri da CSV Salento (Centro Servizi Volontariato) che parlano di 1.532 famiglie, nel 2015, assistite dagli Empori della Solidarietà e di 5mila nei 17 comuni compresi negli Ambiti territoriali di Lecce e Campi. I dati sono stati diffusi ieri mattina in occasione di un incontro pubblico, nella parrocchia San Giovanni Battista a Lecce, sul disegno di legge anti sprechi che proprio nei giorni scorsi, dopo il sì della Camera, il 17 marzo scorso, ha passato l’esame in commissione al Senato e ora aspetta il via libera dell’aula. Che, parola di Maria Chiara Gadda, relatrice della proposta di legge alla Camera, potrebbe arrivare prima della pausa estiva.
 

Dopo circa tre anni di digiuno legislativo forzato e grazie all’effetto Expo che ha messo sotto i riflettori della politica nazionale il grande tema dello sperpero di cibo, di come nutrire il Pianeta e intervenire sulle disuguaglianze, è corsa contro il tempo in Parlamento per ridurre gli sprechi per ciascuna delle fasi di produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione di prodotti alimentari e farmaceutici e distribuire le eccedenze a fini di solidarietà ed equità sociale. Il via libera è scontato. Anche nel testo, in quanto - spiega Gadda – «ha avuto la collaborazione concreta sia delle associazioni del volontariato, ma anche di tutte le associazioni nazionali della filiera economica: da quelle agricole, alla grande distribuzione, al commercio, fino alle imprese di produzione».
Si corre contro il tempo perché l’Italia, in fatto di povertà, è maglia nera in Europa, senza appello: con oltre 4 milioni e mezzo di persone che vivono in gravi privazioni materiali (un bambino su 10 è in stato di povertà assoluta), è il Paese Ue con più poveri; in Germania sono 3,974 milioni con un tasso del 5% e in Francia 2,824 milioni, con un tasso del 4,5%, entrambi paesi ben più popolosi del nostro.

«Gli enti assistenziali e caritativi sono aumentati - afferma don Lucio Ciardo, presidente del Banco delle Opere di Carità di Puglia - perché il numero degli assistiti si è moltiplicato. Tra queste persone ci sono coloro che abbiamo sempre sostenuto e che vivono un disagio manifesto e conclamato. Sono famiglie che vivono con un solo stipendio, che hanno un mutuo da pagare o che comunque non riescono a far fronte alle spese, sono madri sole con figli minorenni, uomini e donne che hanno perduto il lavoro o che hanno subito divorzi». Sin qui don Lucio Ciardo.
«Ma l’Italia – nota il presidente del CSV Salento, Luigi Russo - è anche il paese europeo che spreca più alimenti, vestiti, i farmaci che finiscono direttamente in discarica. E' necessario invertire questa assurda tendenza. La legge che il Senato sta per approvare è importante e utile, perché mira a trasformare un paese per certi versi irresponsabile in un paese che invece si assume le responsabilità e prende a cuore il benessere di tutta la comunità. I poveri, infatti, non sono un fatto che riguarda i soliti volontari, riguarda tutti. E le politiche di contrasto alla povertà sono nella direzione dello sviluppo e della qualità della vita, non solo assistenza».

In Puglia andare a mangiare alle mense Caritas, o ritirare un pacco alimentare negli “Empori solidali”, è una consuetudine oramai per troppi cittadini che non possono permettersi una spesa alimentare adeguata. Disagio ed emarginazione sociale che diventano sempre più evidenti nella città di Lecce. A confermarlo, i dati delle strutture che in città si occupano di soddisfare i bisogni primari dei cittadini più vulnerabili. Le famiglie assistite dai due Empori della Solidarietà – mette nero su bianco il dossier – sono state - nel 2015 - 1.532, rispettivamente 882 quelle che hanno ricevuto beni e servizi dall’Emporio della Solidarietà della Comunità Emmanuel e 650 quelle che hanno goduto dei beni e servizi offerti dall’Emporio della Solidarietà Polo 2 della Caritas diocesana. Sono state circa cinquemila le persone sostenute in un bacino di utenza che comprende 17 comuni limitrofi facenti parte degli Ambiti territoriali di Lecce e Campi Salentina. Sono disoccupati nella maggior parte dei casi, ma sono anche pensionati e "working poors", vale a dire uomini e donne che lavorano, hanno una famiglia, un impiego, ma un reddito troppo basso per gestire le tante esigenze economiche.

Le 10 mense cittadine della Caritas hanno servito nel corso del 2015 circa 182.500 pasti, in media 500 pasti al giorno.
Ma anche qui, ormai, il piatto piange, complice la riduzione dei fondi dell’Unione europea voluta dalla Merkel.
Nel Salento una risposta ai bisogni delle famiglie indigenti arriva, come in tutta la Puglia, dal Banco delle opere di carità con sede principale ad Alessano e una distaccata a Squinzano. Sono tre le principali azioni attraverso cui il Banco attualmente sostiene gli indigenti: lo stoccaggio e la distribuzione di prodotti da Agea (nel 2012 il Boc Puglia ha stoccato e distribuito 2.775.288 Kg di prodotti alimentari e più precisamente: biscotti, confettura, formaggio, latte, legumi,olio, pasta, polpa di pomodoro e riso), il ritiro dal mercato delle eccedenze alimentari (Food) e la donazione di merci (no food). Rispetto alla cosiddetta azione “Food”, il rapporto di collaborazione tra Boc e azienda donatrice è semplice: le aziende cedono gratuitamente le loro eccedenze perfettamente commestibili, il Boc assicura la corretta conservazione e distribuzione degli alimenti secondo il rispetto delle normative vigenti, delle esigenze commerciali e di immagine delle aziende donatrici, garantisce la tracciabilità dei prodotti in uscita dai magazzini fino alla consegna al consumatore finale (senza tetto, famiglie, anziani, minori, ragazze madri, tossicodipendenti, disabili, Caritas parrocchiali, volontariato vincenziano).
 
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