Alle “Magno” il fischio dell'arbitro è contro il razzismo

Alle “Magno” il fischio dell'arbitro è contro il razzismo
di Angela NATALE
3 Minuti di Lettura
Giovedì 29 Settembre 2016, 20:38 - Ultimo aggiornamento: 20:41

Quattro gol a zero per i rossi, ha vinto la pace. Giovani africani e giovani leccesi: la partita del cuore giocata per dire no al razzismo e sì alla fratellanza e all’integrazione non ha né vincitori né vinti anche se, a onor di cronaca, va detto che la parte del leone l’hanno fatta i giocatori stranieri, con tre gol all’attivo. Gara arbitrata da Paolo Foresio, capogruppo Pd in Consiglio comunale, hanno vinto i “bianchi”e hanno vinto i “rossi”. Hanno vinto e perso insieme perché le squadre erano miste e le magliette indossate avevano un'unica scritta. “Pace”. Una lezione di fratellanza quella andata in scena ieri sul campetto sgangherato di calcetto che il Comune ha costruito anni e anni fa nel quartiere San Pio, a ridosso delle Case Magno, e subito dimenticato. Come tutto, del resto, in piazza san Michele Arangelo, là dove tra l’altro da due anni i musulmani due volte all’anno, in occasione di ricorrenze a loro care, escono dal recinto sicuro della loro moschea, poco distante, e si mischiano alla popolazione residente. Conoscere, conoscersi. E magari scoprire, parola di adolescente, che “sono bravissimi, ti stringono la mano, sono generosi, con loro condividiamo tutto. Il razzismo è ignoranza”. Come Filippo, la pensa Sauro, Carlo, Samuel, Lorenzo, Angelo, Mauro, Filippo, Damiano, Gabriele: amici di strada che quasi ogni giorno, prima del calar del sole, si ritrovano a tirar di pedata insieme ai loro coetanei di origini africane che in fuga dai loro paesi in guerra, sono ospiti della vicina comunità alloggio Elpida per profughi e rifugiati politici minorenni. Attualmente sono dieci (sui nomi sorvoliamo per motivi di sicurezza), sette provengono dal Gambia, due dal Mali, uno dal Pakistan. E tutti e dieci giocano a calcio, sport del cuore e qui, a Lecce, sollievo alle sofferenze patite di là, nei loro paesi martoriati. Ieri sorridenti.

 
Felici di sentirsi parte integrante della comunità mentre altrove, in altri parti d’Italia, va in scena – “complici spesso i media” – ben altro copione. Un copione che il Comitato Case Magno ha messo nero su bianco nella lettera-denuncia inviata nei giorni scorsi al presidente della Repubblica Mattarella e al prefetto di Lecce, Claudio Palomba, a cui hanno chiesto di mettere fine alla campagna di allarme sociale alimentata dalla trasmissione “Dalla parte vostra” condotta su Rete 4 da Maurizio Belpietro e con spesso ospite Alessandro Sallusti. “I momenti di armonia e solidarietà sociale – che purtroppo non fanno notizia – ci sono e prevalgono su aggressività e razzismo”, è scritto nella missiva che – a firma di Gianfranco Caligiuri, Gianfranco Galluccio e Franco Salerno - evidenzia come nelle periferie “capita sempre più spesso di trovare i nostri figli e nipoti giocare per strada e nei parchi con i loro coetanei che costretti a fuggire dai loro Paesi sono di fatto, anche se non ancora di diritto, nostri nuovi concittadini”. I fatti oltre le parole: “Siamo circondati solo da comunicazioni negative – osserva l’Imam di Lecce Saiffedine Maaroufi – e questo determina paura e tensione crescente nella popolazione residente. Con questa partita abbiamo voluto dimostrare che l’integrazione oltre che possibile e reale”. Tanto reale che l’Unione sport per tutti (Uisp) sta lavorando, con il suo presidente Gianfranco Galluccio, alla realizzazione di un campionato di calcio con squadre formate da giocatori di tutte le comunità extracomunitarie presenti a Lecce. Anche in questo caso le formazioni saranno miste, altrimenti che integrazione è?

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA