Si barrica in casa della ex e dà fuoco al suocero: blitz in masseria, arrestato

Si barrica in casa della ex e dà fuoco al suocero: blitz in masseria, arrestato
di Ilaria FALCONIERI
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Mercoledì 20 Luglio 2016, 11:31 - Ultimo aggiornamento: 21 Luglio, 13:03

Lei lo aveva lasciato pochi giorni fa; lui, per convincerla a tornare insieme, l’aveva minacciata con delle forbici. Non ci era riuscito e così ieri mattina, Alvise Miccoli, attorno alle 8, ha sfondato la porta di casa di lei e vi ha posizionato delle bombole di gas. Poi ha dato fuoco al padre dell’ex ragazza, l’ex suocero, ed ha urlato: «Oggi è finita per tutti, vi ammazzo tutti e poi mi ammazzo pure io», mentre cospargeva le bombole con la benzina. Si è consumato così, tra le 8 e le 10 di ieri mattina, in zona “Grotta Corsari” un vero e proprio sequestro di persona architettato più o meno nei minimi dettagli da Miccoli. Il ragazzo, 32enne neretino, già noto alle forze dell’ordine e sottoposto al regime di sorveglianza speciale, era arrivato a casa della ex con la sua Ape Piaggio e si era portato dietro le bombole e la benzina. Quindi aveva sfondato la porta dell’abitazione e qui si era ritrovato il suocero che tentava di difendere la figlia e l’intera famiglia con un fucile da caccia legalmente detenuto. Ne è sorta una colluttazione che ha portato Miccoli a dare fuoco all’uomo per disarmarlo. E così è stato. Dovendo lottare con le fiamme che lo hanno improvvisamente avvolto, l’uomo ha allentato la presa e il fucile è passato nelle mani di un Miccoli furibondo che, a quel punto, armato, ha tenuto sotto scacco un’intera famiglia. L’uomo, ormai ustionato, la sorella della fidanzata e l’anziana nonna delle ragazze, non vedente. Non solo, pochi minuti dopo, lo stesso fucile sarebbe stato puntato anche ai carabinieri della stazione di Nardò, i primi a giungere sul posto.
 

 

È stata proprio l’ex fidanzata, Michelle, il cui nome più volte Miccoli ha invocato furibondo, ad evitare che il peggio accadesse.
 

Come ha infatti poi raccontato ai carabinieri, la ragazza, che si era appena svegliata, ha subito collegato il gran trambusto alla presenza, ingombrante, dell’ex. È corsa al piano di sopra e si è chiusa in camera ma sapeva che non sarebbe bastato. Così ha preso coraggio ed ha tentato di saltare dalla finestra: un salto, prima su un terrazino, poi un altro salto di tre o quattro metri ed un grande dolore alla caviglia che però non l’ha fermata. Ha chiamato i carabinieri e si è messa a correre, per quel che il dolore consentiva, lungo la strada.

Di lì a poco avrebbe incontrato proprio la pattuglia messa in allerta con la sua chiamata. Lei era in salvo ma suo padre, sua sorella e l’anziana nonna erano nelle mani di una persona armata ed alterata. Giunti sul posto i carabinieri hanno infatti trovato il giovane che imbracciava il fucile mentre minacciava di far esplodere tutto facendo uscire più volte il gas dalle bombole che aveva davanti a se e minacciando senza alcun riserbo anche i militari. Nel frattempo però, in via Grotta Corsari sono arrivati i rinforzi, un equipaggio dell’aliquota radiomobile del Nucleo operativo della compagnia di Gallipoli, il capitano Michele Maselli, il luogotenente Giuseppe Serio e molti altri militari protetti da giubbotto antiproiettile. Ed è qui che sono cominciate le trattative. Come avrà visto fare nei film, Miccoli, infatti, ha chiesto prima di parlare col suo avvocato, Lorenzo Rizzello, quindi ha acconsentito di affidare alle cure dei sanitari l’ex suocero, che è stato trasportato presso l’ospedale “Perrino” di Brindisi dov’è ora ricoverato in prognosi riservata. Con grande prudenza poi le trattative tra il capitano Maselli e l’uomo sono continuate e, man mano, sono stati liberati gli altri ostaggi. La sorella della fidanzata, l’anziana nonna ed anche una zia che, residente nell’abitazione accanto, era accorsa per aiutare il fratello avvolto dalle fiamme.

Ma Miccoli, armato, continuava a minacciare di far saltare in aria tutto se non avesse parlato con la ex. La ragazza, dunque, che nel frattempo aveva ricevuto le prime cure per la caviglia dolorante è stata fatta avvicinare in tutta sicurezza. Opportunamente istruita dai militari, ha dovuto acconsentire ad ogni promessa così violentemente estorta. Miccoli si è fatto promettere che sarebbero tornati insieme, che si sarebbero sposati e che sarebbero andati a vivere presso un casa popolare assegnata dal Comune per un happy endingda amore ai tempi della crisi che ha costretto i militari a simulare persino la chiamata ai Servizi sociali. Solo allora l’uomo si è lasciato disarmare non prima di essersi fatto promettere dai carabinieri che avrebbe ottenuto i domiciliari per godere di un amore così faticosamente riconquistato. Disarmato, Miccoli, è stato arrestato e portato, su disposizione del pubblico ministero Francesca Miglietta, presso il carcere di Borgo San Nicola.


 



 

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