Ben 103 verbali per aver attraversato la Ztl senza i permessi necessari. A essere “pizzicato” dalle telecamere è stato l’ex calciatore giallorosso Morten Hjulmand. Ma alcune notifiche arrivano in ritardo: 23 sanzioni annullate e Comune condannato a pagare le spese legali.
L’ex centrocampista dell’Us Lecce è al centro di una querelle con Palazzo Carafa. Il giudice di pace, con sentenza di fine marzo, ha accolto il ricorso del calciatore, oggi di proprietà dello Sporting Lisbona, e ha annullato parte delle multe elevate tra novembre e dicembre del 2021. Motivo? Difetto di notifica. Ventitré sanzioni, infatti, sono state contestate da Hjulmand in quanto recapitate oltre i limiti di legge. Esattamente un anno dopo ovvero il 21 novembre 2022.
Le violazioni e la sentenza del giudice
Le violazioni riguardano l’articolo 7, comma 9 e 14 del Codice della strada ovvero il transito senza autorizzazione in Ztl.
Il caso in commissione Bilancio
Il caso è arrivato in commissione Bilancio a cui, ieri mattina, ha preso parte il commissario Rita Doria: «Inizialmente i verbali contestati erano 103, tutti notificati in prima istanza all’agenzia di noleggio e poi all’utilizzatore del veicolo fino a che non ha ricevuto il permesso per il transito Ztl. La richiesta di annullamento in autotutela è stata fatta per tutti i 103 verbali. Richiesta che non è stata accolta. È stato fatto ricorso solo per 23 sanzioni in quanto arrivate in ritardo. Non so spiegare il motivo, probabilmente per una svista. Mentre i restanti 80 verbali sono divenuti esecutivi. Non sono ancora stati pagati, ma non ci sono più i termini per un eventuale ricorso». In commissione il capogruppo del Pd Antonio Rotundo ha sollecitato gli uffici a fornire gli atti relativi alle notifiche in modo da avere un quadro completo e capire la dinamica di quanto accaduto. Un tema su cui si è esposto anche il presidente di commissione Pierpaolo Patti: «Il nostro Comune è rimasto inerte davanti all’istanza avanzata da un cittadino di annullamento di 23 verbali notificatigli. Solo in seguito, il Comune ha ammesso i propri errori dinanzi al Giudice, che lo condannava al pagamento delle spese e dei compensi di giudizio. Se di errore si è trattato, non poteva essere sanato prima, quando il cittadino lo ha segnalato? Dobbiamo fare attenzione: occorre un’amministrazione più vicina al cittadino che comprenda gli errori e intervenga per correggerli, senza aggravio di spese per l’ente e per i cittadini».