Riforma della giustizia, nuovo sciopero degli avvocati: processi a rischio

Riforma della giustizia, nuovo sciopero degli avvocati: processi a rischio
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Lunedì 22 Maggio 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 12:26
Nuova astensione degli avvocati penalisti. Anche contro l’inasprimento delle norme sulla legittima difesa. La quarta astensione dall’inizio dell’anno. Da oggi fino a giovedì. Le altre volte l’astensione è stata estesa fino al venerdì, cioè fino all’ultimo giorno in cui si tengono udienze. E’ prevedibile un blocco totale dei processi, se si tiene conto dell’adesione pressocché completa registrata le altre volte.
L’Unione delle Camere penali, dunque, continua la battaglia contro la riforma della giustizia. Le ragioni di questo scontro con il potere legislativo? «Ché i procedimenti penali abbiano una ragionevole durata e che la fase dell’accertamento dibattimentale venga posta al centro del processo penale, sottraendo la fase delle indagini preliminari all’attuale enfatizzazione e mediatizzazione», spiega l’avvocato Silvio Verri, presidente della Camera penale salentina. «Attuando e realizzando i principi del giusto processo, nel rispetto pieno delle garanzie dell’imputato e soprattutto di quelle poste a presidio del diritto inviolabile della difesa e della dignità stessa della persona, violate dalla estensione dell’istituto della partecipazione a distanza». Cioè la tanto discussa possibilità che l’imputato assista al suo processo non necessariamente in aula, ma anche in videoconferenza quando si trova recluso in un carcere lontano.
«Ci sembra necessario e opportuno adottare ogni ulteriore iniziativa di protesta e di contrasto a fronte di riforme che incidono in maniera diretta e penetrante sulla natura stessa del processo penale, distorcendo gravemente il modello accusatorio del giusto ed equo processo». Non solo il merito della riforma, ma i penalisti criticano anche il metodo. L’iter, cioè, per l’approvazione del Disegno di legge. Il ricorso alla fiducia.
Nulla è cambiato, fanno notare gli avvocati, nonostante la massiccia adesione alle precedenti astensioni, l’attenzione mostrata dai media e dall’opinione pubblica alle tematiche della protesta. E nonostante le molteplici adesioni del mondo dell’accademia e le convergenti critiche sollevate da diversi esponenti della politica: «Il Governo non ha ritenuto di dare alcun segnale di attenzione, restando evidentemente fermo nell’intenzione di ricorrere al voto di fiducia anche davanti alla Camera dei deputati. Impedendo così che sul disegno di legge si sviluppi la necessaria discussione sulle molteplici questioni tuttora controverse, su riforme contrarie non solo agli interessi e ai diritti dei singoli imputati, ma anche alle legittime aspettative delle persone offese e della intera collettività».
E la legittima difesa? Perché i penalisti sono contrari alla modifica del codice penale, con l’introduzione di attenuanti - vedi il distinguo fra notte e giorno - che hanno scatenato critiche ma hanno anche alimentato la creatività di vignettisti, comici e youtuber. «Con il Ddl di riforma della legittima difesa, disattendendo del tutto le indicazioni dell’avvocatura e dell’accademia, si è operato un intervento legislativo sulla spinta di evidenti e pericolose pulsioni populistiche che non rispondono ad alcuna reale esigenza di tutela, risultando la legge in vigore, così come riformata con la legge del 2006, già ampiamente rispondente alle finalità di tutela che si intendono perseguire», il punto di vista dei penalisti.
Da oggi, dunque, riprende la protesta. E promette di avere seguiti. 
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