Pronto soccorso, lavoratori pronti a scioperare. La Asl: «Nessuna emergenza»

Pronto soccorso, lavoratori pronti a scioperare. La Asl: «Nessuna emergenza»
di Paola ANCORA
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Sabato 22 Ottobre 2016, 08:12 - Ultimo aggiornamento: 15:33
«Nessuna emergenza e nessun caos» al Pronto soccorso dell’ospedale Vito Fazzi, dice la direzione della Asl di Lecce. Ma il personale e i sindacati sono pronti a dichiarare lo stato di agitazione e, se sarà necessario, anche a incrociare le braccia. Un passo indietro. Dopo la denuncia di un 30enne, che avrebbe atteso 40 minuti per terra in preda a una colica renale - ricostruzione smentita dai medici e dalla stessa Asl - il primario del Pronto soccorso, Silvano Fracella ha affidato a Quotidiano il suo sfogo: «Gli ospedali sono stati chiusi, ma la gente non ha smesso di ammalarsi e viene in Pronto soccorso, dove però c’è sempre lo stesso, poco personale». Un caos, con 250 accessi giornalieri di media e il 70% dei casi rubricati come codici bianchi e verdi, cioè non gravi, pazienti che non dovrebbero nemmeno andare al Pronto Soccorso, ma trovare risposta alle loro esigenze sul territorio. 
 
In una nota diramata all’indomani dello sfogo del primario, la Asl ribatte: «Il Pronto Soccorso del “Fazzi” non è in emergenza, né patisce alcuna carenza di risorse: l’organico medico e infermieristico è assolutamente adeguato ai flussi di accesso registrati nel tempo. E le ricostruzioni giornalistiche degli ultimi giorni, forse perché innescate da alcuni casi specifici che hanno avuto maggiore eco mediatica hanno offerto un’immagine del più grande Ospedale del Salento che, semplicemente, non corrisponde alla realtà e che Asl Lecce respinge in modo deciso. Se la verità è sfuggente, come ha detto un noto giornalista, allora stiamo ai dati». E giù a snocciolare i numeri, peraltro coincidenti con quelli forniti nei giorni scorsi: nel 2015 il Pronto Soccorso del “Fazzi” ha registrati 73.619 accessi, con una media giornaliera di 201. Nei primi nove mesi del 2016 gli accessi sono stati 54.179, mediamente 200 al giorno.
Sette persone su dieci, lo conferma anche la Società italiana medicina emergenza urgenza, potrebbero non andare in ospedale: a Lecce, nel 2016 ci sono stati 41.340 codici verdi, ovvero il 76 per cento; più 3249 “bianchi”, 8896 “gialli” e 662 “rossi”. 

Una verità che, evidentemente, sfugge alla Asl - e sulla quale l’Azienda, infatti, nulla dice né spiega - è che i servizi territoriali che avrebbero dovuto essere creati e “subentrare” alla chiusura degli ospedali più piccoli non sono partiti, che il Piano di riordino non è stato completato e che gli accessi inutili al Pronto soccorso sono figli, anche, di questa riforma a metà, lasciata in sospeso dalla Regione di cui la Asl è il braccio operativo. 

E se la Asl sostiene che «l’organico del Pronto Soccorso del “Fazzi” dispone di 20 medici a tempo pieno, più sei convenzionati a tempo parziale, impiegati nei tre turni e di 49 infermieri, dotazione in linea con gli standard nazionali», la Uil Flp, con il segretario Antonio Tarantino annuncia battaglia: «I lavoratori del Pronto soccorso sono disponibili anche all’installazione di telecamere interne - dice - tanto è il carico di lavoro sulle loro spalle. Abbiamo chiesto più di un anno fa un incontro con la direzione generale proprio sul Pronto soccorso e non siamo mai stati ricevuti né ascoltati. Tutto racconta una realtà diversa da quella descritta dalla direzione generale di Silvana Melli, che dovrebbe esaminare lo stato dei fatti con maggiore attenzione. Ci sembra di leggere nella nota Asl una velata minaccia. Ma noi siamo pronti - conclude - a convocare un’assemblea dei lavoratori del Pronto soccorso e a indire lo stato di agitazione». 
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