Lacarra a Bellanova: «Mai le primarie». Il Pd “studia” due nomi

Lacarra a Bellanova: «Mai le primarie». Il Pd “studia” due nomi
di Paola COLACI
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Venerdì 20 Gennaio 2017, 07:34 - Ultimo aggiornamento: 18:27
«Udc e Puglia in Più in diverse occasioni hanno posto il veto sulle primarie. A insistere su questo punto si rischia di far sgretolare la coalizione. Ora il Pd decida cosa vuole fare». Il segretario regionale dei democratici Marco Lacarra non cambia idea. Niente consultazioni per la scelta del candidato sindaco. Gli alleati hanno già detto “no”. Anzi, continuando a spingere su questo tasto si rischia di far saltare la coalizione. Ennesima presa di posizione netta del numero uno dei democratici di Puglia, dunque, che arriva a due giorni dalle dichiarazioni del vice ministro Teresa Bellanova. 
Con un’intervista a Quotidiano lo scorso martedì l’esponente del governo Gentiloni aveva indicato al Pd la strada da seguire per chiudere una volta per tutte la partita sul candidato sindaco: «Nel Pd troppe stanze e sacrestie, ma zero proposte – aveva detto il vice ministro – Per la partecipazione non è mai troppo tardi. Le primarie sono l’unica soluzione al guado». Dichiarazioni che un gruppo di tesserati Dem ha colto come un vero e proprio “grido di battaglia” avviando una raccolta firme a favore delle consultazioni interne alla coalizione. Ma per Lacarra così non va.
 
«Le primarie hanno un senso se ci sono più candidati disposti a misurarsi con questo strumento di partecipazione democratica. Ma al tavolo della coalizione abbiamo raccolto il veto dell’Udc e della Puglia in Più. E il nostro obiettivo è quello di aggregare il più possibile – sottolinea il segretario – A questo punto il Pd deve decidere cosa fare: vuol fare le primarie interne solo al partito? Continuare a ribadire il messaggio delle primarie a mio avviso rischia di sgretolare il tavolo che il Pd ha messo in piedi e sta tenendo aperto». 
Nulla di nuovo, dunque, rispetto a quanto il segretario aveva già dichiarato lo scorso giovedì a margine del vertice con gli alleati tenutosi nella federazione di Via Tasso. «Niente primarie, la coalizione individuerà il candidato in maniera netta al tavolo». Consultazioni interne a parte, all’indomani delle dichiarazioni rilasciate dalla Bellanova all’interno del partito sembra essersi riaccesa una guerra senza esclusione di colpi. E sull’idea di ricercare una candidatura unitaria nel recinto del centrosinistra senza ricorrere alle consultazioni restano fermi i vertici della segreteria provinciale del partito.

Dal segretario provinciale Salvatore Piconese al suo vice Vincenzo Toma, passando per il segretario cittadino Fabrizio Marra e il consigliere regionale Ernesto Abaterusso, il blocco della dirigenza Dem si è sempre opposto alle primarie. E alle critiche del vice ministro che parlava di un Pd «con troppe stanze e sacrestie» dove le decisione vengono assunte nel chiuso delle stanze nelle scorse ore ha replicato lo stesso Piconese: «Michele Emiliano e tutti i rappresentanti istituzionali del Pd devono interessarsi alle Comunali di Lecce. Chi pensa di fare solo lo spettatore in questa competizione si sbaglia. C’è bisogno dell’impegno di tutti, dal governatore al viceministro, passando per l’assessore regionale Loredana Capone». Un impegno che in queste ore sta portando avanti proprio il gruppo democratico che fa riferimento a Emiliano. Seppure il presidente della Regione lo scorso lunedì si era smarcato ufficialmente dalla partita per Lecce 2017, dichiarando: «Mi sono impegnato a non interferire sulle questioni che riguardano la candidatura a sindaco di Lecce. Assisto trepidante dagli spalti facendo il tifo per il centrosinistra», nei fatti i riflettori del governatore sarebbero puntati sul capoluogo. 

In queste ore, infatti, i fedelissimi di Emiliano starebbero tentando di incassare il via libera da parte di un esponente della società civile leccese. Se dovesse esserci la disponibilità da parte del professionista, il suo nome sarà sottoposto all’attenzione di Piconese e Marra, ma anche dei rappresentanti istituzionali del partito a tutti i livelli: dal viceministro Bellanova ai deputati salentini, passando per la Capone e per i consiglieri regionali Dem. L’occasione potrebbe essere quella di un summit a porte chiuse da tenersi nel fine settimana a cui potrebbe prendere parte anche il segretario regionale Lacarra. Le diplomazie in queste ore sono al lavoro per tentare di riunire attorno allo stesso tavolo tutte le aree del Pd. Ma in sede di vertice potrebbe essere posta anche una seconda ipotesi di candidatura. Dopo il “no grazie” del commercialista Giovanni Rapanà, infatti, la segreteria cittadina guidata da Fabrizio Marra ha ripreso a vagliare profili e identikit dei esponenti della società civile. E non è escluso che nelle prossime ore Marra non raccolga già qualche disponibilità. Resta ancora in piedi, infine, l’idea che a scendere in campo possa essere l’avvocato leccese Giuseppe Fornari. Il leader del movimento “Una buona storia per Lecce” nei giorni scorsi si era detto disponibile a lavorare alla ricerca di una rosa di candidature assieme al Pd e ai leader di “Idea per Lecce” Ernesto Mola e Nicolangelo Barletti. Rispetto all’ipotesi di una sua candidatura a sindaco, tuttavia, Fornari nelle scorse ore aveva dichiarato: «Al momento penso che sia un’ipotesi da considerare residuale poiché andrebbero ricercate candidature di soggetti che lavorano da più tempo sul territorio».

Intanto Mola e Barletti vanno avanti e si preparano alla Convention per l’Alternativa in programma domani a partire dalle 9.30 alle Officine Cantelmo. «La Convention, alla quale sono stati invitati partiti, associazioni e movimenti cittadini, ha lo scopo di definire un progetto generale attorno al quale aggregare un’alternativa al centro-destra fanno sapere - Obiettivo dell’incontro è anche quello di condividere un metodo democratico per l’individuazione del candidato che possa rappresentare al meglio l’idea di città che sarà delineata».
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