Ecotassa, nessun ritocco: parte la diffida alla Regione

Ecotassa, nessun ritocco: parte la diffida alla Regione
di Paola ANCORA
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Sabato 24 Giugno 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 20:46
Ecotassa, la Regione ignora la sentenza della Consulta, non riconosce ancora gli sconti dovuti ai Comuni del Salento. E parte la diffida ufficiale: «La Giunta regionale dia immediatamente esecuzione alla decisione della Consulta e disponga la correzione dell’ecotassa per il 2017, restituendo ai Comuni le somme versare in eccesso. Oppure attiveremo le procedure per l’esecuzione coattiva della decisione, con aggravio delle spese a carico della Regione». Firmato Luigi Quinto, legale di decine di Comuni, in primis il capoluogo, che hanno presentato il ricorso al Tar, grazie al quale la questione è stata rimessa alla Corte costituzionale. Lo scorso marzo, i giudici della Consulta hanno bocciato la legge regionale, nella parte in cui «negava l’applicazione della premialità dell’abbattimento dell’80% del tributo, prevista dalla norma nazionale agli scarti e sovvalli conferiti in discarica» spiega Quinto. 
La Regione ha sbagliato – ha stabilito la Consulta – a riconoscere la riduzione dell’ecotassa solo in funzione dei livelli di raccolta differenziata raggiunti da ciascun Comune – continua il legale - «e non anche in relazione alla natura dei rifiuti conferiti, come invece imposto dalla norma statale». 
 
Il braccio di ferro fra Comuni e Regione è cominciato nel 2014, quando alcune municipalità salentine – in testa il Comune capoluogo - hanno contestato l’ecotassa fissata dalla Regione a 25,82 euro a tonnellata di rifiuto conferita in discarica per tutti i Comuni che non avessero raggiunto elevate percentuali di raccolta differenziata. Da qui il primo contenzioso davanti al Tar che, nel 2015, ha rimesso tutti gli atti alla Corte costituzionale, perché valutasse la compatibilità della norma regionale con quella statale.
L’avvocato Quinto ha dimostrato che il moderno sistema impiantistico salentino, entrato in funzione nel 2009, consente il conferimento in discarica del 30% circa dei rifiuti tal quali complessivamente raccolti, «la percentuale più bassa di Puglia». E la Consulta ha quindi accolto integralmente le argomentazioni dei Comuni riconoscendo in via preliminare che la premialità si applica anche ai rifiuti raccolti in maniera indifferenziata.
Gli effetti della sentenza si ripercuoteranno su tutti i Comuni di Puglia a partire dal 2018, a patto che i rifiuti vengano sottoposti a trattamenti idonei, come quelli salentini, prima del loro conferimento in discarica. Per i Comuni della provincia di Lecce che hanno invece fatto ricorso al Tar, i benefici del verdetto riguardano anche le annualità pregresse. E infatti, nella diffida inviata a Bari, Quinto chiede l’immediata esecuzione della sentenza e la restituzione di quanto versato, ingiustamente, dai Comuni. Ma la Regione, fino a ora, ha fatto orecchie da mercante.
«A fine maggio - aggiunge Quinto - ha anche inviato alle amministrazioni locali la richiesta per conoscere le percentuali di differenziata. Ed è sorprendente che, a distanza di più di due mesi dal verdetto della Consulta, la Regione continui a ignorarlo e a chiedere il pagamento dell’ecotassa senza sconti. Si tratta di soldi dei cittadini e che ai cittadini torneranno. Per questo, ho depositato un’istanza al Tar di Lecce perché decida nel merito del ricorso dal quale è scaturito il giudizio della Consulta. In un rapporto sereno fra le parti non sarebbe stato necessario, ma visto che Bari non si adegua alla sentenza, chiediamo ai giudici amministrativi di annullare il provvedimento sull’Ecotassa a partire dal 2014». 
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