Ai dirigenti premi per 130mila euro. E' polemica

Ai dirigenti premi per 130mila euro. E' polemica
di Paola COLACI
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Giovedì 25 Agosto 2016, 08:38 - Ultimo aggiornamento: 14:59
Un “premio” complessivo dio oltre 130mila euro assegnato a 18 dirigenti della Provincia per il lavoro svolto nel 2015. Ma i sindacati e l’opposizione gridano allo scandalo: «Atto immorale. Dipendenti in bilico, uffici sporchi, spazzatura per strada e scuole da sistemare e invece di stringere la cinghia ci si affretta a pagare i premi ai dirigenti».
Che le casse della Provincia siano vuote ormai è cosa nota. Così come è risaputo che l'ente di Palazzo dei Celestini ormai faccia fatica a far quadrare i conti. Del resto, in due anni gli effetti della riforma Delrio e i tagli dell Stato hanno già mandato gambe all’aria numerose Province italiane. E anche a Palazzo dei Celestini lo stesso presidente Antonio Gabellone ma anche il dirigente della Tesoreria Pantaleo Isceri più volte hanno lanciato l’allarme sulla tenuta dei conti. Non ultimo quello del giugno scorso, formalizzato dall’Upi Puglia ai prefetti pugliesi: «A rischio scuole, strade e centri per l’impiego ma anche gli stipendi dei dipendenti pubblici». I presidente hanno lamentato di non avere più soldi in cassa per pagare le bollette di acqua, luce e utenze nelle scuole superiori ma anche di non poter provvedere alla manutenzione delle strade provinciali e alla tutela dell’ambiente. Sciabolate sui bilanci che oscillano tra il 69% e il 150% e che impediscono alle Province di programmare, investire e garantire i servizi minimi essenziali ai cittadini.

Ma tant’è. Gli enti locali sono in crisi. Ma ciò che proprio i rappresentanti politici di opposizione e gli Rsu di Palazzo dei Celestini non riescono a digerire è la determina pubblicata nei giorni scorsi che porta la firma del dirigente del Servizio risorse umane e affari generali Luigi Amantonico. Un atto ufficiale che in premessa riporta numerosi riferimenti normativi e che, nei fatti, assegna ai 18 dirigenti in servizio a Palazzo dei Celestini nel 2015 una “retribuzione di risultato” pari a 130.946 euro. Una sorta di premio di produzione, dunque, previsto dal Contratto collettivo nazionale e i cui parametri di assegnazione sono stati concordati in sede di contrattazione con la maggior parte delle sigle sindacali negli anni passati. Un “atto di legge” che in media ha garantito a ogni dirigente un “extra” di circa 7mila euro.

Ma per Paolo Taurino di Fp Cgil di questi tempi anche intascare un euro in più, seppure al legge lo preveda, rappresenta un atto immorale. «É un gesto fuori dal mondo, soprattutto in una fase di evidente criticità e in funzione della totale mancanza di risorse per la Provincia - attacca - Taurino - Non possiamo contare più neppure sulla pulizia dei bagni puliti e sulla manutenzione degli uffici, le strade sono sporche e nelle scuole rischiano di mancare persino i banchi per i ragazzi e ai dirigenti viene saldato il premio. Retribuzione ammissibile in un'ottica di ordinaria amministrazione, certo, ma non tollerabile in questa fase di crisi profonda». Ma per il rappresentante sindacale della Cgil c’è dell’altro: «La retribuzione di risultato è prevista anche per il personale della Provincia - ricorda - Peccato che i dipendenti non vedano il becco di un quattrino dal 2010».

Stessa indignazione che non nasconde anche il consigliere provinciale del Pd Nunzio Dell’Abate: «Mi riesce difficile, in piena emergenza occupazionale, ambientale, di mobilità e di servizi immaginare di parlare di premialità e di risultato, senza per questo voler intaccare le professionalità - attacca - Così come mi sembra strano che il presidente Gabellone abbia impegnato, per questa causale, le stesse risorse del 2014 come se fuori da Palazzo Adorno nulla fosse successo. Per altre esigenze vitali, però, i capitoli di spesa sono stati azzerati o ridotti drasticamente. Quando occorre stringere la cinghia, occorre che la stringano tutti».
Per il numero uno di Palazzo dei Celestini, però, il punto è un altro: «Sin dal nostro insediamento abbiamo provveduto a ridurre le indennità. Ma c’è un contratto nazionale di lavoro e una contrattazione decentrata. E occorre rispettare la legge».
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