Cade nel bus Sgm per una frenata: maxi risarcimento di 51mila euro

Cade nel bus Sgm per una frenata: maxi risarcimento di 51mila euro
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Sabato 23 Gennaio 2016, 10:34
Stava obliterando il biglietto sul pullman in movimento, quando una brusca frenata gli fece perdere l'equilibrio. Una caduta improvvisa e rovinosa, a causa della quale rimediò una doppia frattura ad un femore e ad un osso del bacino, che lo costrinsero anche a sottoporsi ad intervento chirurgico. La "colpa", tuttavia, non fu soltanto della guida imprudente del conducente dell'autobus cittadino, ma anche dello stesso passeggero: se avesse atteso che il mezzo fosse fermo, infatti, tutto ciò non si sarebbe verificato.

Sulla vicenda, che risale all'estate di sei anni fa, nei giorni scorsi il giudice della prima sezione civile del Tribunale di Lecce Federica Sterzi Barolo ha scritto la parola "fine" (almeno per il momento), ripartendo le responsabilità: il malcapitato, cui è stata riconosciuta una colpa del 30 percento, sarà risarcito con oltre 51mila euro. Ad "aprire il portafogli" - tramite la loro compagnia assicurativa - saranno i convenuti "Sgm spa" ed il conducente del bus, ai quali è stata riconosciuta la restante parte della responsabilità, ossia il 70 percento.

I fatti risalgono al 2 agosto 2009, quando il leccese T.B. (alla data dei fatti di 72 anni) salì sull'autobus cittadino a bordo del quale, da San Cataldo, una delle marine di Lecce, era diretto verso il capoluogo salentino. Il mezzo aveva appena ripreso la marcia, ma l'autista frenò bruscamente proprio mentre il passeggero si trovava in piedi vicino all'obliteratrice, intento a timbrare il suo biglietto. Il 72enne, che non si era aggrappato ad alcun appiglio per mantenere l'equilibrio, cadde e riportò le fratture, che lo costrinsero al trasporto in ospedale e successivamente a sottoporsi ad intervento.

Imprudente, però, non fu soltanto il conducente del pullman. Lo sfortunato leccese, infatti, sebbene utilizzasse un bastone d'appoggio, avrebbe dovuto prevedere che l'autobus poteva ripartire. E quindi avrebbe dovuto aggrapparsi ad un sostegno.
Nella quantificazione dei danni, il giudice Barolo ha riconosciuto al malcapitato viaggiatore un'invalidità permanente pari al 22 per cento e valutato la durata dell'inabilità (totale e parziale, al 50 e 25 percento) in complessivi 120 giorni.
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