Amministratore sparito con i soldi: esposto in Procura

Amministratore sparito con i soldi: esposto in Procura
di Paola ANCORA
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Sabato 27 Maggio 2017, 06:05 - Ultimo aggiornamento: 14:15
Il caso dell’amministratore condominiale “sparito”, da un giorno all’altro, arriva sul tavolo della Procura di Lecce.
A presentare l’esposto uno dei condomini gestiti, fino a qualche tempo fa, dalla Amministrazione Immobiliari di M.C., che fuori dalla sua sede, al civico 75 di via Milizia, la settimana scorsa ha affisso un cartello annunciando di aver messo in liquidazione la società. La notizia ha scatenato il panico fra circa 600 famiglie residenti nelle palazzine amministrate da M.C, che è risultato irreperibile alle numerose chiamate effettuate dagli inquilini.
Dalla documentazione reperita dal giornale, infatti, e dalle testimonianze raccolte risulterebbero non pagate decine di utenze, dall’Enel all’Aquedotto pugliese. Per un danno quantificato dal Codacons - che ha aperto uno sportello ad hoc per rispondere alle richieste di chiarimento dei condomini - di circa un milione e 200mila euro.
Dalle bollette complessive dell’Acquedotto, per esempio, «è stata cancellata la frase in cui Aqp comunicava che c’era un debito di circa 12mila euro - racconta un residente, che chiede di restare coperto da anonimato - e noi abbiamo regolarmente continuato a pagare la nostra parte». Non solo. Quando Aqp ha comunicato a M.C. che avrebbe provveduto a staccare la fornitura dell’acqua per morosità, «nessuno di noi – continua - ne ha saputo nulla e non siamo mai rimasti senza acqua. Ciò significa che qualcuno ha tolto i sigilli ai contatori, senza che ne sapessimo nulla».
Di più. In qualche palazzina sono stati anche effettuati lavori di ristrutturazione che ogni inquilino, per la propria parte, ha poi provveduto a denunciare nella dichiarazione dei redditi per ottenere le detrazioni fiscali previste dalla legge. «Ora temiamo sanzioni, perché in realtà le somme che abbiamo versato e che sarebbero dovute servire a pagare le imprese incaricate dei lavori sono finite chissà dove, ma l’azienda non è stata pagata - racconta ancora il residente - e da nostri approfondimenti risultano decine di assegni firmati da M.C. per somme prese dal conto del nostro condominio». Gli assegni sono stati protestati e ora molti inquilini temono che scattino anche le sanzioni della prefettura, aggiungendo al danno anche la beffa.
L’amministratore si è scusato, in una lettera inviata agli inquilini degli immobili da lui amministrati: «La situazione è ormai irrecuperabile - ha scritto - . Non sto né scappando, né negando le mie responsabilità e so già che la maggior parte di voi mi giudicherà duramente, ma trovo doveroso nei vostri confronti ammettere il mio fallimento professionale, e personale vi assicuro, fermo restando che ove e quando sarà possibile mi impegno sin da ora a far fronte a quanto eventualmente dovuto». Poi l’invito a saldare i debiti maturati fino a oggi «per evitare - ha concluso M.C. - azioni legali di eventuali creditori e sospensioni di luce, acqua e gas» e a ritirare la documentazione dei condomini, che però per molti non è stato possibile recuperare integralmente. Per questo, M.C. è stato denunciato per appropriazione indebita.

 
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