Fondi per il 118: quindici indagati per truffa alla Asl

Fondi per il 118: quindici indagati per truffa alla Asl
di Erasmo MARINAZZO
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Mercoledì 27 Aprile 2016, 06:53 - Ultimo aggiornamento: 14:43
Un’inchiesta per truffa e truffa aggravata ai danni della Asl con 15 indagati, e con un giro di denaro di circa dieci milioni di euro, per accertare come vengano impiegati i fondi destinati alle associazioni che forniscono personale ed ambulanze al servizio di primo soccorso 118. L’informativa è sul tavolo del procuratore aggiunto Antonio De Donno che mantiene in piedi il troncone principale dell’inchiesta e sta stralciando tutti quegli episodi collaterali che sono intanto emersi dalle indagini condotte dai finanzieri della sezione “Tutela spesa pubblica” del Nucleo di polizia tributaria.

Esposti di qualche anno fa, esposti archiviati ed esposti che hanno dato origine ad indagini autonome sono confluiti tutti nello stesso fascicolo. La Procura ha raccolto tutte le accuse piovute in questi anni sulla gestione delle associazioni convenzionate con il servizio 118. Ed ora vuole chiarire se siano fondate, quelle accuse, o siano il frutto avariato della concorrenza fra le stesse associazioni o del rapporto di collaborazione/lavorativo dei volontari/dipendenti. Certo è che nelle carte vagliate dal magistrato non sono emerse disfunzioni del servizio di soccorso, conseguenti all’operato contestato alle associazioni.
 
L’inchiesta si sta occupando delle procedure seguite dai legali rappresentanti delle compagini e dai dirigenti della Asl - sono loro gli indagati - per erogare quei 23mila euro al mese spettante ad ogni associazione per ogni ambulanza. Gli accertamenti si stanno concentrando su una decina di associazioni, nell’arco di tempo degli ultimi cinque anni, per stabilire come sia stato impiegato il denaro pubblico.

I conti sembrano non tornare agli inquirenti: perché al netto delle spese del personale, consistenti in 40 euro a turno per gli autisti-soccorritori e 50 euro per gli infermieri, di quelle del mezzo e dell’affitto della sede, non è stato possibile chiarire se e dove sia confluito tutto il denaro erogato in questi anni dalla Asl. All’attenzione degli inquirenti anche l’accertamento su come alcune associazioni gestiscano sia il servizio di 118 che di onoranze funebri. Ed ancora: i requisiti. Siccome il regolamento impone un numero stabilito di personale per ottenere la convenzione, sarebbero stati trovati casi di alcuni soccorritori o infermieri iscritti a più associazioni.

La parte dell’inchiesta riguardante il personale e la sua gestione in particolare, fa del resto parte della seconda tranche: i volontari, innanzitutto. Cosa si intende per volontari? Come vengono remunerati? Le associazioni rispettano le norme fiscali in questa materia? C’è chi (come si legge nell’altra pagina), si è autodenunciato: altro che volontari, veniamo pagati regolarmente ogni fine mese. Con assegni ma senza firmare alcuna ricevuta.

C’è ancora un altro aspetto riguardante il personale: i casi di doppio lavoro ed i casi di assenteismo. Doppio lavoro, doppio binario. Nel senso che qualcuno sarebbe risultato assente dichiarando falsamente di essere ammalato, di avere diritto a riposi o a permessi o di dover usufruire dei giorni riservati a chi ha in famiglia un disabile. Un escamotage che sarebbe stato usato ora per trovare il tempo di prestare servizio nell’associazione, ora nella clinica privata o in un ospedale.

Peraltro si tratta solo di alcuni aspetti della vicenda. A breve, tuttavia, il procuratore aggiunto De Donno vaglierà l’intero fascicolo per stabilire per quali casi chiedere l’archiviazione e quali altri portare a giudizio.
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