Lavori al nuovo Fazzi: "Indagate sui maxi ribassi"

Il cantiere del nuovo Fazzi
Il cantiere del nuovo Fazzi
di Paola ANCORA
3 Minuti di Lettura
Giovedì 5 Maggio 2016, 06:59 - Ultimo aggiornamento: 14:26
La Procura acquisisca entro novanta giorni tutti i preventivi relativi alle forniture offerte con forti ribassi e ascolti i titolari delle imprese di riferimento, «perché chiariscano le riscontrate anomalie». Il giudice per le indagini preliminari Vincenzo Brancato ha disposto la riapertura delle indagini penali sulla gara per l’affidamento del maxi appalto da 117 milioni di euro per la realizzazione del nuovo padiglione dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce.
A sei anni dall’indizione della gara, aggiudicata al colosso emiliano Consorzio Cooperative Costruzioni, la contesa giudiziaria non è ancora terminata. E di questa travagliata storia, costellata di ritardi e ricorsi, la giustizia penale potrebbe scrivere un nuovo capitolo.

A far scattare le indagini, la denuncia depositata nel 2012 dalla Matarrese spa, esclusa dalla gara per un vizio formale. L’impresa pugliese aveva impugnato l’aggiudicazione dei lavori al Consorzio, diffidando la Asl dal procedere alla stipula del contratto: nella documentazione presentata a corredo dell’offerta di Ccc, secondo il legale di Matarrese, Pietro Quinto, ci sarebbero stati anche preventivi falsi. Utilizzati dal Consorzio - è stata la tesi di Quinto - per giustificare il ribasso proposto di circa il 50% sull’offerta a base di gara. Matarrese aveva chiesto alla Asl, in sede amministrativa, un riesame delle carte, cui non è stato dato seguito perché l’Azienda sanitaria ritenne “irrilevanti” i presunti preventivi falsi.
Da qui la denuncia penale, che ha dato il via alle indaginidella Procura, al termine delle quali è stata chiesta l’archiviazione del procedimento.
Il gip Brancato, però, ha accolto l’appello di Matarrese contro l’archiviazione, chiedendo un supplemento d’indagine al pubblico ministero. Nell’appello Matarrese ha contestato l’affidabilità dell’offerta di Ccc, «stante il mancato rispetto dei termini contrattuali per l’esecuzione dei lavori, essendo stato realizzato solo il 40% delle opere civili, pari al 21% del totale, alla data in cui invece era prevista l’ultimazione della struttura ospedaliera». Quinto, nella memoria difensiva depositata lo scorso settembre, ha anche sottolineato che «la cooperativa Mucafer, indicata dal Consorzio Cooperative Costruzioni come esecutrice dei lavori, e successivamente sostituita, in violazione del Codice degli appalti, ha chiesto e ottenuto una modifica consistente degli Stati di Avanzamento Lavori (sono step al termine dei quali la stazione appaltante liquida parte dei lavori ndr) previsti in bando e contratto al raggiungimento di 5 milioni di opere realizzate, ottenendo la liquidazione degli stati di avanzamento al raggiungimento di soli 1,5 milioni di euro di opere».
Nell’ordinanza che ordina e motiva il supplemento di indagini richiesto alla Procura, il gip Brancato ha ricordato che è «giurisprudenza consolidata che la turbativa d’asta può essere posta in essere non solo nel momento preciso in cui la gara si svolge, ma anche nel procedimento che porta alla gara e del quale sono protagonisti i concorrenti o fuori dalla gara stessa». Purché, insomma, siano compiuti «inganni, artifici o menzogne» con lo scopo di “pilotare” l’esito delle gare d’appalto.
«Mi auguro che la Asl - commenta Quinto - voglia finalmente estendere motu propriu quegli accertamenti e quelle verifiche che all’epoca ritenne di non fare nonostante fosse emersa la falsità di alcuni dei preventivi prodotti dal raggruppamento aggiudicatario. Ciò al fine di non delegare all’Autorità giudiziaira compiti e doveri di propria esclusiva competenza».
© RIPRODUZIONE RISERVATA